Le colline del Verdicchio patrimonio Unesco: lanciata la candidatura

Le colline del Verdicchio patrimonio Unesco: lanciata la candidatura
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FABRIANO -  Le colline con i vigneti di Verdicchio lanciano la sfida per diventare patrimonio Unesco. Un progetto ambizioso portato avanti dal centro studi “Luglio 67” presieduto da Raimondo Turchi, che da 3 anni sta lavorando insieme a 8 Comuni della Sinclinale camerte per far diventare questo sogno realtà. Ieri, alla presenza dei rappresentanti degli 8 Comuni coinvolti, da Fabriano a Camerino, passando per Cerreto d’Esi, Matelica, Esanatoglia, Pioraco, Gagliole, Castelraimondo, delle autorità locali e regionali, è stata inaugurata la sede del centro studi in località Brecce, ospitato nell’ex sede della Banca di credito cooperativo di Recanati e Colmurano.

 

Dopo il taglio del nastro, un convegno al teatro Piermarini per presentare le prospettive di sostegno socio economico e il progresso dell’entroterra montano che fanno da sfondo al progetto di candidatura Unesco. «Un percorso che ha visto raggiungere l’importante obiettivo per la candidatura del territorio di questi 8 Comuni compresi nel disciplinare di produzione del Verdicchio - ha detto Massimo Baldini, sindaco di Matelica - a patrimonio mondiale Unesco. Raggiungere questo traguardo sarà importante, perché culturalmente ed economicamente porterà il territorio ad avere un riconoscimento a livello mondiale».

Turchi ha dichiarato conclusa la fase organizzativa. Ha definito il progetto un motore per lo sviluppo e la rinascita del territorio colpito dal terremoto l’assessore regionale alla cultura Chiara Biondi, mentre Alessio Pascucci, presidente dei beni italiani patrimonio Unesco, ha ricordato come l’Italia abbia 59 siti tutelati Unesco con il primato a livello mondiale.

Gino Sabatini e Sauro Grimaldi hanno sottolineato la valenza economica del progetto. Il governatore Francesco Acquaroli ha portato l’esempio delle Langhe, prima abbandonate e oggi tornate attrattive dopo essere diventate patrimonio Unesco e dal commissario Guido Castelli che ha proposto il progetto al governo come «buona pratica per promuovere uno sviluppo sostenibile».

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Corriere Adriatico