FABRIANO - Nel Fabrianese il lavoro scarseggia, anzi non c’è più. Da anni, ormai più di 10, questo è diventato uno slogan ripetuto in più...
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Nel 2011 erano 3.294 i disoccupati. La crisi era già iniziata da diversi anni. L’apice nel 2016 quando è stata superata, di poco, quota 5mila persone residenti o domiciliate a Fabriano senza lavoro: in quell’anno, nell’ambito della crisi dell’Antonio Merloni, i dipendenti dalla cassa integrazione passarono alla mobilità. Questo spiega il motivo di così tanti uomini e donne senza occupazione. Quelli che sono in cassa integrazione, infatti, non rientrano nel conteggio delle persone che sono a casa senza lavoro: sono considerati “occupati”. Nel 2012 i disoccupati erano 3.615, nel 2013 sono saliti a 4.078. L’anno dopo sono arrivati a 4.940, quasi lo stesso dato del 2015. Dopo il boom del 2016 sono scesi a 3.906 nel 2.017 e poi saliti a 4.075 nel 2018.
Se ci allarghiamo all’Ambito Territoriale che comprende, oltre Fabriano, anche Arcevia, Cerreto d’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico si arriva, sempre al 31 dicembre 2019, a 6.572 disoccupati autocertificati, in lieve calo rispetto a 12 mesi prima. Sono 3.669 donne e 2.903 uomini. Non solo nella città della carta, quindi, a presentarsi presso il Centro per l’Impiego sono più le donne. Nell’Ambito territoriale gli uomini sono 766 in meno. Nel 2011 i disoccupati complessivi erano, in tutti i Comuni che fanno riferimento a Fabriano, 5.485. Sono saliti a 5.984 nel 2012; a 6.633 nel 2013 e a 7.542 nel 2014. Sono addirittura arrivati a toccare quota 8.410 nel 2015; 8.288 nel 2016 per poi scendere a 6.321 nel 2017 e risalire a 6.759 nel 2018. Questi numeri raccontano la realtà di Fabriano e dell’entroterra alle prese con problemi occupazionali ormai da troppi anni. Il lavoro che non c’è è diventato in molte occasioni anche confronto e scontro politico e sindacale, ma di soluzioni certe per ridare speranza a chi non vede un futuro tranquillo per sé e per i propri cari non c’è traccia. La SS 76 ancora non completata nel tratto Serra San Quirico- Borgo Tufico e le criticità dell’ospedale Profili rischiano di dare il colpo di grazia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico