FABRIANO - Si sta per chiudere il cerchio sulla scomparsa in mare di Alessandro Pandolfi, il sub di 45 anni residente a Fabriano, di cui non si hanno più notizie dal 6...
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Ora che sono scaduti i mesi di tempo concessi a eventuali testimoni per portare notizie sullo scomparso, parte il secondo e ultimo ricorso che porterà alla dichiarazione vera e propria. Al momento, infatti, nessuno si è presentato in Tribunale per fornire informazioni sul sub di cui si sono perse le tracce nella zona della piattaforma Clara Ovest di Falconara. Se in passato l’iter durava anche 10 anni, ora i tempi si sono accorciati tanto che, tra sei mesi, nel caso in cui nessuno si farà vivo, si decreterà la morte di Alessandro Pandolfi.
I fatti sono accaduti quasi tre anni fa. Alessandro si era immerso da solo, nel primo pomeriggio, come era solito fare, nei fondali marini di Ancona. Poi, intorno alle ore 23, l’sos lanciato da un amico che si trovava con lui sul porto di Marina Dorica e che attendeva il suo ritorno. Il sub, originario di Cesena, ma residente a Fabriano, è stato ricercato per molti giorni.
Le operazioni hanno permesso di rintracciare solo il gommone a 15 miglia al largo dalle coste di Falconara, all’altezza della boa Clara Ovest, in prossimità della piattaforma Eni. Recuperato il cellulare del sub, un fucile da pesca, una cintura a pesi, una custodia vuota di un fucile e i documenti nel gommone. Cosa è successo quel 6 agosto, tra le ore 14 e le 23 quando poi è scattato l’allarme è difficile saperlo. Pandolfi lavorava presso le Cartiere di Fabriano. «Alessandro - riferiscono gli amici di sempre - è molto esperto e preparato, per questo, la prima cosa che abbiamo pensato è quella di un malore improvviso che non gli ha permesso di riemergere dall’acqua. Non riusciamo, a distanza di anni, ad accettare questa tragedia». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico