FABRIANO - Sciopero di otto ore e presidio di lavoratori e sindacati davanti alla Prefettura di Ancona. La mobilitazione dei dipendenti del sito fabrianese di Whirlpool ha...
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Confronto che si preannuncia piuttosto vivace non solo per le problematiche già da tempo sul tappeto (la parti sociali “battono” continuamente sulle questioni spinose del calo dei volumi, della chiusura di stabilimenti e della delocalizzazione di sedi impiegatizie e di asset strategici), ma anche per la voce circolata con insistenza nelle ultime ore della vendita da parte della multinazionale statunitense della sede centrale di via Aristide Merloni. «Se la notizia non è vera - rimarca Pierpaolo Pullini (Fiom) - l’azienda la smentisca. Se, viceversa, fosse vera, allora Whirlpool dovrebbe dirci con chiarezza che intenzioni ha e spiegarci con quale logica e con quale prospettiva di lungo respiro è stata condotta questa operazione». Che la situazione resti delicata lo dimostra pure l’adesione massiccia (oltre il 90% delle maestranze del mega impianto di Melano) allo sciopero di ieri.
Ad Ancona, una delegazione dei dipendenti è stata ricevuta per un’ora dal vice prefetto Clemente Di Nuzzo. «Abbiamo illustrato al vice prefetto la situazione – osserva Roberta Leri della Rsu-Fim impiegati – fino all’ultima decisione unilaterale dell’azienda relativa agli incentivi all’esodo per il personale impiegatizio. Il fatto è che tale decisione riguarda soltanto l’Italia (Fabriano e Pero), sebbene il mercato italiano sia l’unico in ripresa. È ingiusto che ci vengano a proporre di dimetterci, se si considera che, dopo il calo verificatosi a marzo e aprile, a causa del Covid, i mesi di maggio e giugno sono stati migliori dell’anno scorso». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico