FABRIANO - Aumentano gli avvistamenti di cinghiali nell’entroterra a seguito del lock-down imposto dal Covid-19. Danni ingenti alle coltivazioni si registrano a Fabriano,...
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Una devastazione senza fine, secondo Coldiretti, che si abbatte su campi di girasole (attaccati anche dai piccioni), cece, piselli, mais e lenticchie, tanto che alcune colture non vengono neanche più riprese perché sistematicamente distrutte. Nella città della carta gli avvistamenti di cinghiali sono quotidiani. Le vie interessate dai selvatici sono molte e in diversi quartieri, sia in centro che in periferia. In via Del Molino, a due passi dall’ospedale Profili, in via XIII Luglio e via Bovio, quartiere Piano, al cimitero delle Cortine, in via Aldo Moro e in via Dante, i residenti vedono passeggiare ungulati, prevalentemente in cerca di cibo. La diminuzione, negli ultimi due mesi, del traffico veicolare ha facilitato gli spostamenti dei cinghiali tra le isole ecologiche della città.
Tra i parchi cittadini ad essere stato preso di mira, anche nei giorni scorsi, è stato quello di via Campo Sportivo, a due passi dalla chiesa della Sacra Famiglia. Una famiglia residente in via Del Molino, invece, non è potuta uscire di casa perché alcuni grossi cinghiali stavano grufolando nel suo prato. L’argomento è molto dibattuto in città e c’è chi chiede di trovare una soluzione per allontanarli dal centro e non solo. Il sindaco, Gabriele Santarelli, in una lettera inviata alla Regione Marche ha avanzato tre proposte: limitare le aree precluse alla caccia o a caccia regolamentata di cui è circondata Fabriano creando una fascia di 500 metri dalla città dove dovrebbe essere consentita sia la caccia che il disturbo per allontanarli; autorizzare agricoltori e proprietari ad intervenire in caso di necessità anche con trappole di cattura; abolire la norma che vieta la caccia di selezione a Fabriano e nelle altre aree montane nei periodi in cui si pratica la caccia collettiva. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico