A Melano la produzione è in calo: tute blu (quasi) tutte in sciopero

A Melano la produzione è in calo: tute blu (quasi) tutte in sciopero
FABRIANO  - Incrociano le braccia i dipendenti del mega-stabilimento della Whirlpool di Melano. E dimostrano che è netta la presa di posizione dei lavoratori...

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FABRIANO  - Incrociano le braccia i dipendenti del mega-stabilimento della Whirlpool di Melano. E dimostrano che è netta la presa di posizione dei lavoratori fabrianesi contro la decisione della multinazionale statunitense di lasciare l’impianto di Napoli il prossimo 31 ottobre. Ieri, lo sciopero proclamato da Fim, Fiom, Uilm e Rsu ha ottenuto un’adesione massiccia. In mattinata al montaggio erano al proprio posto appena 15 operai su 400 (gli altri turni hanno confermato tale tendenza), che delle 15 linee ne ha funzionato soltanto una e che nel complesso la produzione si è fermata per almeno il 90 %. 


Davanti all’impianto di Melano non ci sono stati presidi ma l’enorme partecipazione delle tute blu alla protesta sindacale costituisce un’ulteriore testimonianza del fatto che la problematica del sito partenopeo continua a creare qualche preoccupazione anche negli altri stabilimenti italiani del gruppo, soprattutto con riferimento al futuro. «Siamo solidali con i nostri colleghi campani – sottolineano alcuni delegati sindacali – ma è chiaro che pretendiamo risposte concrete per quanto riguarda il nostro stabilimento. In occasione del prossimo vertice al ministero dello Sviluppo economico, pretenderemo delucidazione in merito alle strategie che Whirlpool intende mettere in campo per recuperare il terreno perso finora, dato che la produzione dell’impianto di Melano è comunque inferiore a quella promessa in precedenza e rimarcata nell’accordo dell’ottobre 2018». 


In effetti, nell’anno appena trascorso, il sito di Melano, unico produttore di piani cottura a gas, elettrici e a induzione di Whirlpool per l’area Emea (Europa, Medio Oriente, Africa), ha realizzato 1.500.000 di pezzi e per il 2020 ha previsto di toccare quota 1.690.000, che è lontana dai circa 2 milioni ipotizzati a suo tempo. Per non parlare del ricorso eccessivo al contratto di solidarietà che, riguardo al mese di febbraio, si sa già che verrà utilizzato per sette giorni.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico