Jp, all’orizzonte spunta un nuovo piano di salvataggio

Jp, all’orizzonte spunta un nuovo piano di salvataggio
FABRIANO  - Preoccupa la vertenza Jp Industries. Non è certo la fase delicata dovuta all’emergenza Coronavirus ad eliminare l’apprensione che regna attorno...

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FABRIANO  - Preoccupa la vertenza Jp Industries. Non è certo la fase delicata dovuta all’emergenza Coronavirus ad eliminare l’apprensione che regna attorno a una vicenda estremamente complicata. Anzi, proprio in questo periodo cresce l’attesa per l’avvio del pagamento della cassa integrazione relativa al 2020 (i 600 dipendenti non ricevono lo stipendio ormai da gennaio).


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Nel contempo, cresce anche l’ansia di conoscere le mosse dell’azienda, dopo che il titolare Giovanni Porcarelli ha ritirato il piano concordatario che aveva depositato presso il Tribunale di Ancona (sezione fallimentare) a fine gennaio. Corrono voci in merito alla volontà della proprietà di presentare un nuovo concordato (stavolta, però, non sarebbe misto), ma Porcarelli non avrebbe neanche abbandonato l’idea di dare vita a un altro soggetto industriale, magari individuando un partner. L’aspetto che desta maggiore preoccupazione, almeno in questo momento, concerne la cassa integrazione straordinaria, la quale, dopo essere stata concessa ormai da tre mesi (durerà fino al 31 luglio, ma non si esclude la proroga fino al 23 settembre), tarda ad arrivare. Non è una novità, se si considera quanto verificatosI in seguito al rinnovo, ma questo non rende meno amara l’attesa delle maestranze.


«Si sta aspettando il decreto apposito per la cassa – fanno sapere i sindacati – e speriamo che vengano accelerate le procedure, perché i lavoratori non ricevono lo stipendio da tre mesi. Comprendiamo anche che potrebbero esserci delle problematiche a causa del Covid-19, ma urge velocizzare i tempi». Come anticipato, l’attesa è notevole pure per quanto attiene al futuro della Jp Industries. Dopo aver ritirato il piano concordatario, sono in molti a ritenere altamente probabile che Porcarelli richieda un nuovo concordato, magari presentando un progetto che tenga conto degli eventuali rilievi mossi dal giudice fallimentare. Non va dimenticato, infatti, che il piano avanzato in precedenza dai vertici di Jp prevedeva un numero assai elevato di esuberi (ben 343 su 593 dipendenti), per altro, secondo Fim, Fiom e Uilm, senza dare all’azienda una prospettiva degna di questo nome.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico