L’ex imam inneggia alla jihad Nei video bombe e combattenti

L’ex imam inneggia alla jihad Nei video bombe e combattenti
FABRIANO - Prima la pubblicazione di un video sul suo profilo personale e la Lega Nord che denuncia che “si inneggia alla violenza jihadista”, poi il giallo sulla sua...

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FABRIANO - Prima la pubblicazione di un video sul suo profilo personale e la Lega Nord che denuncia che “si inneggia alla violenza jihadista”, poi il giallo sulla sua residenza e l’avvio di accertamenti da parte delle forze dell’ordine. Giornata movimentata, ieri, a Fabriano dopo la pubblicazione del video incriminato dal sito ilgiornale.it. Protagonista l’ex imam della città della carta, Mustapha Qandyly che, fino a cinque anni fa, era un referente della comunità islamica a Fabriano. Poi la trasferta in Polonia dove tutt’ora vive. In pratica nel filmato condiviso su Facebook si vedono uomini incappucciati che lanciano bottiglie incendiarie e ordigni contro alcuni mezzi blindati delle forze dell’ordine. Non è chiaro, però, il paese dove si svolgono i fatti. I mezzi vengono colpiti e dati alle fiamme. Poi, andando avanti, si possono vedere uomini mascherati e vestiti con abiti scuri che portano casse piene di bottiglie incendiarie (le ben note molotov) e si preparano per poi scagliarle contro altri mezzi di polizia ed esercito oltre ad appiccare fuoco ad alcune barricate. «Un filmato raccapricciante, dalle immagini violentissime» il commento del circolo cittadino della Lega Nord che, da tempo, chiede accertamenti sui soggetti che frequentano, anche nel comprensorio, i circoli culturali islamici. 


Le immagini, ieri pomeriggio, hanno fatto il giro dei social e tantissimi fabrianesi si sono interrogati sul motivo per cui l’imam condivida sulla propria pagina social immagini del genere che provengono da una pagina che inneggia alla «fine di Israele». Poi la scoperta. Quell’uomo, da cinque anni, non è più l’imam di Fabriano perché si è trasferito in Polonia. Questo particolare è stato confermato anche da chi quotidianamente svolge attività nel Centro culturale islamico, in via Cavallotti. «Quelle sono immagini diffuse da tempo in tutti i social – spiega Mekri Kader, direttore del centro, imam e responsabile regionale di #Cristianinmoschea -. L’ha pubblicato, immagino, come simpatizzante in quanto difende la causa palestinese». Kader sottolinea anche che «si sta montando un caso sul nulla visto che questa persona è all’estero da cinque anni». Spiega come “la politica sta strumentalizzando ogni questione visto che è partita la campagna elettorale”. Il riferimento è alla Lega che, anche a Fabriano, ha preso le distanze dai fatti sopra raccontanti e ha chiesto azioni forti e indagini dettagliate alle forze dell’ordine. “Noi – conclude Kader – siamo contro ogni forma di violenza. Chiediamo alla Lega di non trovare scuse per fare campagna elettorale”. Che Mustapha fosse l’imam di Fabriano è risultato strano a diversi visto che nel suo profilo Facebook non risultano amicizie della zona. Su tutto questo, comunque, faranno luce polizia e carabinieri.


Sempre sul popolare social network è arrivata anche la presa di posizione del sindaco, Gabriele Santarelli, che ha condannato fortemente l’accaduto e attende «una reazione decisa di condanna anche da parte della locale comunità islamica». In serata l’ex sindaco, Giancarlo Sagramola, ha confermato che l’ex imam è da cinque anni in Polonia e che «non c’entra con la comunità locale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico