FABRIANO - Prima la pubblicazione di un video sul suo profilo personale e la Lega Nord che denuncia che “si inneggia alla violenza jihadista”, poi il giallo sulla sua...
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Le immagini, ieri pomeriggio, hanno fatto il giro dei social e tantissimi fabrianesi si sono interrogati sul motivo per cui l’imam condivida sulla propria pagina social immagini del genere che provengono da una pagina che inneggia alla «fine di Israele». Poi la scoperta. Quell’uomo, da cinque anni, non è più l’imam di Fabriano perché si è trasferito in Polonia. Questo particolare è stato confermato anche da chi quotidianamente svolge attività nel Centro culturale islamico, in via Cavallotti. «Quelle sono immagini diffuse da tempo in tutti i social – spiega Mekri Kader, direttore del centro, imam e responsabile regionale di #Cristianinmoschea -. L’ha pubblicato, immagino, come simpatizzante in quanto difende la causa palestinese». Kader sottolinea anche che «si sta montando un caso sul nulla visto che questa persona è all’estero da cinque anni». Spiega come “la politica sta strumentalizzando ogni questione visto che è partita la campagna elettorale”. Il riferimento è alla Lega che, anche a Fabriano, ha preso le distanze dai fatti sopra raccontanti e ha chiesto azioni forti e indagini dettagliate alle forze dell’ordine. “Noi – conclude Kader – siamo contro ogni forma di violenza. Chiediamo alla Lega di non trovare scuse per fare campagna elettorale”. Che Mustapha fosse l’imam di Fabriano è risultato strano a diversi visto che nel suo profilo Facebook non risultano amicizie della zona. Su tutto questo, comunque, faranno luce polizia e carabinieri.
Sempre sul popolare social network è arrivata anche la presa di posizione del sindaco, Gabriele Santarelli, che ha condannato fortemente l’accaduto e attende «una reazione decisa di condanna anche da parte della locale comunità islamica». In serata l’ex sindaco, Giancarlo Sagramola, ha confermato che l’ex imam è da cinque anni in Polonia e che «non c’entra con la comunità locale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico