Elica sospende il piano degli esuberi. I sindacati: ora stop ai licenziamenti

Elica sospende il piano degli esuberi. I sindacati: ora stop ai licenziamenti
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FABRIANO -  Elica sospende il piano di riorganizzazione e stoppa i licenziamenti. Ed ora è davvero concreta la possibilità che tra azienda e sindacati si instauri quel clima necessario ad aprire una trattativa vera e propria su un progetto che da tre mesi sta generando ansia e preoccupazione in diverse centinaia di famiglie e in un vasto comprensorio, poiché prevede 409 esuberi sui 560 dipendenti dei due stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% delle produzioni italiane all’estero, nonché la chiusura dell’impianto cerretese e di interi reparti di quello di Mergo. 

 


La decisione di Elica è giunta ieri sera, nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e gli enti locali, organizzato dal Mise in videoconferenza. È la stessa azienda leader nella produzione di cappe aspiranti per cucina, che in apertura dei lavori ha comunicato di aver acquisito da pochi giorni la società Dmc, diventando così anche leader del settore dei motori per la cottura, a esprimere soddisfazione per l’esito della riunione. «Elica spa – si legge in una nota – ha dichiarato la propria disponibilità a dialogare con le parti sociali e le istituzioni per rivedere il piano industriale presentato, affrontando la tematica su come mantenere le produzioni in Italia e come riportarne altre dalla Polonia. In virtù di ciò, l’azienda si è resa disponibile alla sospensione dell’esecuzione del piano stesso, al fine di agevolare il confronto tra le parti». 


Soddisfazione pure da parte dei rappresentanti dei metalmeccanici, che dal 31 marzo hanno condotto una mobilitazione senza sosta e che tuttora rimarcano la necessità di agire concretamente per difendere le produzioni e i livelli occupazionali. «Riteniamo positivo l’atteggiamento di Elica – affermano le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm – ma ribadiamo che, insieme alla disponibilità al ritiro del piano industriale, è fondamentale che l’azienda confermi l’impegno, come ha dichiarato durante l’incontro su nostra richiesta, a non procedere ai licenziamenti, rinunciando a qualsiasi azione unilaterale che metta in discussione i posti di lavoro». Per i sindacati, in sostanza, quello di ieri, sebbene importante, costituisce solo un punto di partenza per un negoziato. «I nostri obiettivi – osservano Fim, Fiom e Uilm – restano quelli di scongiurare i 409 licenziamenti e di rilanciare le produzioni italiane. Ecco perché chiediamo di discutere di un nuovo piano industriale, prima di iniziare qualsiasi discussione su eventuali strumenti di gestione delle eccedenze. E per farlo, chiediamo il pieno sostegno delle istituzioni non solo per gli ammortizzatori sociali, ma anche per politiche industriali di settore». 

 

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Corriere Adriatico