FABRIANO - Resta l’emergenza lavoro nel Fabrianese. Gli oltre 5.000 disoccupati registrati nella nostra città e nel comprensorio di riferimento continuano a generare...
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Fra queste, l’Ufficio della Pastorale del Lavoro della Diocesi di Fabriano-Matelica, da tempo in prima linea sul fronte occupazionale con idee e iniziative concrete. «In primis – spiega Daniele Dolce – stiamo coinvolgendo persone di altri territori che hanno già realizzato progetti vincenti e che, pertanto, possono aiutare a stimolare la nostra realtà. Uno dei progetti in cantiere, che vede la Diocesi in testa insieme ad altri soggetti del territorio e che sarà ufficializzato a breve, riguarda soprattutto i giovani, per i quali è previsto un percorso di inserimento lavorativo accompagnato dalla sperimentazione on the job “accompagnata” e dalla scoperta delle proprie potenzialità e aspirazioni. A questo proposito, sarà determinante il coinvolgimento di realtà industriali e artigianali, a partire da imprenditori sensibili al tema e socialmente responsabili». Da rimarcaare le attività della Caritas e del Cso (Centro di Sviluppo Occupazione). «Va sottolineato – osserva Dolce – il nuovo impulso della Caritas, che si sta muovendo da una logica prettamente assistenziale ad una progettualità costruttiva. E notevole è l’attività del Cso, che opera nel Fabrianese da oltre 12 anni con un’azione che prende il via dalla persona stessa. Si condividono gli strumenti di ricerca della propria strada e di riqualificazione professionale, in una logica di attivazione delle potenzialità della persona e delle possibilità di creazione di un’impresa o un reinserimento lavorativo. Anche il Progetto Policoro, al riguardo, è funzionale a questi obiettivi e sta trovando un suo spazio di azione». La sinergia tra i diversi soggetti e associazioni che operano nel Fabrianese è giustificata, come già anticipato, da alcune situazioni più o meno intricate che attendono una soluzione. Tra queste, è tuttora in piedi la vertenza Tecnowind, poiché, nonostante il fallimento, si sta lavorando per la stesura di un bando di vendita, dopo che lo scorso marzo è andata deserta l’asta per l’affitto dell’azienda o di un ramo di essa.
Così, anche se inseriti nella procedura di licenziamento collettivo, i 247 dipendenti aspettano novità, tanto più che allo stabilimento di Marischio sono state richiamate al lavoro più di 30 persone per far fronte a delle commesse precedenti. L’auspicio di novità positive concerne pure Jp Industries (700 dipendenti tra il Fabrianese e Gaifana, in Umbria), i cui vertici si stanno confrontando con le banche per ottenere lo sblocco dei finanziamenti necessari per far partire il piano industriale di Giovanni Porcarelli. E qualche timore permane anche per Whirlpool, soprattutto perché il processo di integrazione con Indesit, che ha portato alla realizzazione del mega stabilimento di Melano (più di 800 operai), verrà completato con un anno di ritardo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico