Il figlio di Cesauri, suicida in azienda "Temeva di finire su una sedia a rotelle"

Cesauri
FABRIANO - Una vita spesa per gli altri, con un occhio di riguardo per i suoi familiari e per quelli che incontrava a Sassoferrato. ...

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FABRIANO - Una vita spesa per gli altri, con un occhio di riguardo per i suoi familiari e per quelli che incontrava a Sassoferrato.


Il giorno dopo la scomparsa di Corrado Cesauri, l’imprenditore settantaseienne che si è sparato un colpo di pistola all’addome, la città sentina si interroga e commemora un uomo che ha dato molto al suo paese natale. Tutta la vita di Corrado parla positivamente, dalla sua passione politica - militava nella Dc - al suo impegno nel lavoro che gli aveva permesso di ricevere da Carlo Azeglio Ciampi l'onorificenza di Cavaliere della Repubblica.



L’azienda di famiglia, a pochi chilometri da Sassoferrato, presso Ischieta, era specializzata nella vendita di distributori automatici. Era la sua seconda casa. Dopo il pensionamento aveva ceduto le redini al figlio Walter, 46 anni, sposato, anche lui residente a Sassoferrato. Si trovava con il padre giovedì mattina, quando, improvvisamente, Corrado si è allontanato per qualche attimo dal capannone interrompendo un colloquio con un cliente. Poi la fredda decisione di togliersi la vita. Con una pistola regolarmente denunciata si chiude all’interno della sua Kia e si spara un colpo all’addome. Solo in quel momento Walter capisce che al padre era successo qualcosa. Si precipita fuori, nel cortile dell’azienda, e la triste scoperta lascia lo spazio alle lacrime e alla disperazione. Poi la corsa all’ospedale con l’eliambulanza, l’arrivo sul posto dei carabinieri della Compagnia di Fabriano e il decesso avvenuto in sala operatoria alle ore 13.



Cosa abbia pensato non si saprà mai fino in fondo anche se chi lo conosce bene sospetta che forse era preoccupato per via di una citazione in tribunale per una causa civile che sarebbe dovuta avvenire nei prossimi giorni.

“Un gesto inaspettato - confida Walter Cesauri - perché eravamo molto tranquilli lavorativamente. L'unica preoccupazione era per le sue condizioni di salute. Babbo - spiega - aveva un forte mal di schiena da un anno e mezzo che non lo faceva stare in piedi per molto tempo. Proprio pochi giorni fa aveva terminato un altro ciclo di ozonoterapia. Questo disturbo lo angosciava molto perché aveva paura di finire sulla sedia a rotelle. Ma era sempre ottimista e non ci aspettavamo assolutamente un gesto del genere”.



E’ lo stesso Walter a ricordare il padre. “Amava Sassoferrato con tutto il cuore. Incontrava molte persone e si è sempre impegnato per aiutarle non solo economicamente ma anche moralmente. Ci metteva tutto se stesso per vincere una battaglia a favore degli altri. Ha fatto molto, ad esempio, per scongiurare la chiusura dell’ospedale”.



Una delle sue più grandi passioni è stato il volontariato in Croce Rossa. Era tra i fondatori del comitato locale più di 50 anni fa. “Ha vissuto di volontariato. Era particolarmente orgoglioso di aver aiutato gli sfollati che hanno subito il terremoto. Dalla sciagura del Friuli nel 1976, all'Irpinia fino a quello che ha riguardato Marche e Umbria nel 1997 e L’Aquila, Corrado andava nei luoghi colpiti guidando i mezzi della Croce Rossa e distribuiva, con i volontari, generi di prima necessità. E' il ricordo più bello di mio padre”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico