Il Comune di Fabriano non paga una cambiale da 30mila euro, scatta il pignoramento: perde una mandria e un trattore

Al Comune di Fabriano pignorata una mandria
FABRIANO - Botta e risposta tra maggioranza e opposizione sull’azienda agraria comunale. Il consigliere dell’Associazione Fabriano Progressista, Vinicio Arteconi,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

FABRIANO - Botta e risposta tra maggioranza e opposizione sull’azienda agraria comunale. Il consigliere dell’Associazione Fabriano Progressista, Vinicio Arteconi, attacca: «Il Comune di Fabriano, proprietario del 100% di Agricom, società partecipata, si è fatta pignorare la mandria di pura razza marchigiana e sequestrare trattore ed erpice necessari alla lavorazione dei terreni.

 

Il tutto – denuncia - per non aver rinnovato una cambiale agraria di 30mila euro da parte del liquidatore e da parte della Giunta per aver disatteso un impegno atto a rifondere la cambiale nei confronti di un istituto di credito». L’azienda agraria ha sempre vantato una stalla di oltre 120 capi di pura razza marchigiana, unica nella provincia di Ancona e un patrimonio di quasi 250 ettari tra terreno coltivabile e boschi.
«Questo patrimonio - evidenzia Arteconi – è alla base di un qualsiasi progetto di incremento dell’azienda che può portare alla reintroduzione della pecora fabrianese, all’allevamento di maiali per l’incremento della produzione del salame Fabriano, all’apertura di un punto vendita prodotti a km 0». Arteconi attacca la giunta e auspica «che il liquidatore procrastini ancora per un anno la gestione e poi il nuovo Consiglio comunale potrà definire con più cognizione di causa il suo destino». 


Di pensiero diverso il sindaco, Gabriele Santarelli: «Arteconi ignora che il Comune non può intervenire per rifondere un debito dell’azienda seppure si tratta di una partecipata al 100%. Non è una mancanza di volontà né di aver disatteso a un impegno che non poteva essere assunto perché non è possibile farlo». Per il primo cittadino il problema deriva da come l’azienda è stata gestita dal giorno della sua fondazione e che sta rendendo complessa la gestione in questa fase. «Stiamo individuando soggetti interessati all’acquisto correndo contro il tempo per evitare che l’esecuzione dei pignoramenti di alcuni beni possano compromettere l’attività dell’azienda costringendo il Liquidatore a dichiararne il fallimento. Di interessati – conclude - ce ne sono diversi e uno lo incontrerò la prossima settimana».

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico