FABRIANO - «Stop alla caccia al cinghiale nelle aree di rispetto venatorio istituite dagli ambiti territoriali di caccia». Lo chiede Danilo Baldini, delegato Lac...
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«Permettere che in queste aree densamente abitate venga praticata la caccia al cinghiale è pericoloso. Probabilmente – spiega Baldini - vi sarà capitato di osservare, nelle periferie ad Ovest e a Sud-Est di Fabriano o nelle frazioni di Melano e Cancelli, dei cartelli affissi di colore giallo con su scritto: “Area di Rispetto – caccia regolamentata” che spiega come, per incrementare le specie presenti, lepre, fagiano o starna, vige il divieto di caccia. Peccato che nelle quattro zone attive a Fabriano, il divieto non vale per cervidi e cinghiali».
Un problema, quello degli ungulati, che spaventa soprattutto i residenti delle frazioni che denunciano i continui attraversamenti improvvisi dei selvatici con troppi rischi per gli automobilisti costretti a frenate all’ultimo momento, soprattutto nelle ore notturne. Episodi frequenti, ad esempio, vengono segnalati lungo la strada provinciale che collega la città della carta con Sassoferrato. Undici mesi fa l’ultimo abbattimento straordinario che ha permesso, in dieci giorni, di eliminare 110 ungulati. La stagione invernale ricca di ghiande nei monti del comprensorio ha fatto sì che sono diminuiti gli animali che scendono in città a cercare cibo. Un problema, comunque, che si ripresenterà nei prossimi mesi motivo per il quale molti agricoltori chiedono interventi per evitare danni alle coltivazioni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico