Cellulari muti, a Fabriano c’è il Disconnect Day. «Non diventiamo schiavi della rete»

Cellulari muti, c’è il Disconnect Day. «Non diventiamo schiavi della rete»
FABRIANO  - I telefoni sono stati sigillati: per mezza giornata tanti giovani hanno potuto conoscere, vivere la città, respirare, senza l’assillo h24 del...

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FABRIANO  - I telefoni sono stati sigillati: per mezza giornata tanti giovani hanno potuto conoscere, vivere la città, respirare, senza l’assillo h24 del telefonino che non suona per un’emergenza, ma perché ha talmente condizionato la vita da far diventare sottilissima la linea tra utilità e schiavitù. In poche parole: staccate un po’ la spina. Con questo input è stata organizzata ieri a Fabriano la nuova edizione di Disconnect Day d’Italia. 

 
I dibattiti


E’ andata così in scena una giornata in completa disconnessione dagli smartphone, organizzata dall’associazione nazionale Di. Te. (Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullismo) con il Comune di Fabriano, Regione Marche e Consiglio regionale delle Marche. Dalle 9 del mattino centinaia di persone hanno attraversato la città della carta a telefono spento e sigillato gli smartphone in apposite buste consegnate negli infopoint. Poi incontri, attività e laboratori pensati per tutte le età.

«Il rischio di diventare dipendenti della rete, senza rendersene conto, coinvolge tutti» l’allarme lanciato dagli organizzatori che per l’evento hanno coinvolto tutte le scuole. Presente anche l’attore Paolo Ruffini, regista del film “Ragazzaccio” sceneggiato con l’associazione Di. Te. sul tema del cyberbullismo proiettato e discusso insieme al regista al Gentile. In centro, spazio anche agli interventi: la criminologa Roberta Bruzzone sui rischi della rete e del dark web, lo psicologo e presidente Di. Te., Giuseppe Lavenia, sulle dipendenze tecnologiche e l’educazione alla consapevolezza digitale. In tanti hanno preso parte alle danze caraibiche in piazza del Comune o alle attività in Biblioteca e ai Giardini del Poio. «Abbiamo ripreso contatto con noi stessi e con chi ci circonda» dice lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia.

Il tempo libero svanito

«La tecnologia ci consente di essere sempre connessi, ma questo significa anche essere sempre disponibili per il lavoro, a qualsiasi ora, giorno e notte. I dati recenti ci dicono che il 60% dei lavoratori riceve messaggi, email e chiamate di lavoro anche nel tempo libero, il 45% durante le vacanze e il 40% anche la domenica. Ciò - ha detto Lavenia - ci impedisce di staccare la spina e di riposare mentalmente, con ripercussioni sulla nostra salute mentale e sul nostro benessere». Approfondite le conseguenze.

«La connessione continua può portare a stress, ansia, depressione e burnout. Dobbiamo sostenere il diritto alla disconnessione – ha sottolineato Lavenia: - solo così possiamo creare una cultura del lavoro sano e sostenibile». Ai partecipanti è stato dato un compito a casa: durante la giornata stare senza cellulare almeno 4 ore.

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Corriere Adriatico