Aumentano i poveri, sempre più famiglie in fila al Social market

Aumentano i poveri, sempre più famiglie in fila al Social market
FABRIANO -  Povertà in crescita in città e nel comprensorio fabrianese. Ma crescono anche le forme di sostegno per le famiglie alle prese con seri problemi...

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FABRIANO -  Povertà in crescita in città e nel comprensorio fabrianese. Ma crescono anche le forme di sostegno per le famiglie alle prese con seri problemi economici. Una di queste è rappresentata dal Social Market, il supermercato solidale che, creato alcuni anni fa, negli ultimi tempi ha avuto un ulteriore sviluppo, grazie all’associazione Quadrifoglio, che gestisce la struttura nella nuova sede di via Di Vittorio (rione Santa Maria), in locali concessi in comodato d’uso gratuito dalla famiglia Bonazzelli. 

Al Social Market possono famiglie che risiedono da almeno due anni in uno dei Comuni dell’Ambito territoriale e sociale n°10 e che hanno un reddito annuo complessivo non superiore a 7.500 euro. «Abbiamo circa 1.200 iscritti – spiega Claudio Ruggeri, presidente della Quadrifoglio – che si traducono in 850-950 assistiti ogni mese. Parliamo di 220-230 nuclei familiari, il 70% dei quali di Fabriano e il resto degli altri Comuni dell’Ambito. Si tratta, mediamente, di famiglie composte da quattro o cinque persone».
Dietro alla filosofia del market solidale c’è un’educazione all’acquisto, visto che il controllo automatico alla cassa sul quantitativo in uscita, per ogni tessera, calcola i punti da scalare su un totale che si aggira attorno ai 140 punti mensili per ogni famiglia, al costo, tutto sommato simbolico, di 2,5 euro a testa. Ogni settimana vengono assegnati anche 25 chili di merce ad ogni nucleo familiare. «Noi distribuiamo cibo – osserva Ruggeri – ma stiamo pensando pure ad attività collaterali, come corsi di cucito, corretta alimentazione e riutilizzo del cibo, nonché semplici momenti ricreativi finalizzati solo allo svago, come quelli che si svolgono grazie a Nadia Curzi. Il Social Market è un luogo aperto, senza pregiudizi né etichette, una parte pulsante della città».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico