Con 13 milioni creati 84 posti di lavoro È il flop dell’accordo sull’occupazione

Con 13 milioni creati 84 posti di lavoro È il flop dell’accordo sull’occupazione
FABRIANO - Flop dell’Accordo di programma. E adesso più che mai si cercherà di rafforzare l’azione per favorire lo sviluppo incanalandosi verso altri...

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FABRIANO - Flop dell’Accordo di programma. E adesso più che mai si cercherà di rafforzare l’azione per favorire lo sviluppo incanalandosi verso altri percorsi più congeniali e, soprattutto, alla portata di tutte le realtà produttive del Fabrianese. Sono appena 84, infatti, i posti di lavoro generati dall’Accordo di programma, lo strumento ideato a suo tempo da Stato e Regioni Marche e Umbria per aiutare il rilancio delle aree colpite duramente dalla crisi del gruppo Antonio Merloni. 


Dei 13 milioni di euro messi a disposizione per le Marche e altrettanti per l’Umbria, il plafond utilizzato finora supera i 9 milioni di euro. In graduatoria, ci sono altri due progetti, i quali, se venissero approvati, completerebbero i fondi disponibili, creando altri 11 posti di lavoro. E’ del tutto evidente, in sostanza, che non si può certo parlare di dati soddisfacenti, in particolar modo se si considera la situazione occupazionale decisamente negativa del nostro comprensorio. Di qui, la necessità di battere altre strade, basti pensare agli Investimenti territoriali integrati (Iti), come del resto rimarcato in più circostanze dalle associazioni artigiane, mai convinte dell’utilità dell’Accordo di programma. Per Simone Clementi, segretario di Confartigianato, «l’Accordo di programma è stato sempre visto come la panacea di tutti i mali ed invece si è rivelato un flop, non ottenendo i risultati ipotizzati. I dati parlano chiaro: in questo momento, fra i progetti finanziati, solo uno riguarda un’azienda di Fabriano, la Qs Group, mentre altri due concernono aziende che non hanno la sede qui. Anzi, vorrei sapere se la Osl Technology e la Cablo Spa verranno nell’area industriale fabrianese. Se così non fosse, allora il risultato finale sarebbe peggiore». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico