JESI - Un anno e quattro mesi per atti persecutori nei confronti della compagna costretta anche ad ascoltare al telefono il rumore di mobili fracassati in casa sua a Jesi dal...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Furono attimi di paura quelli vissuti dalla ventiquattrenne che preferì recarsi dalla sorella e poi dai carabinieri prima di ritornare a casa. Con il compagno, aveva raccontato in udienza la sorella della parte offesa, i rapporti erano buoni ma ogni tanto litigavano e lui perdeva il lume della ragione.
Era arrivato anche a prenderla a schiaffi. In quella circostanza invece si era infuriato perché era andato da lei, madre di una bimba avuta da una precedente relazione, e non l'aveva trovata. Così l'uomo dalla casa, dove era entrato rompendo un vetro, le aveva inviato sms minacciosi e poi l'aveva chiamata al cellulare intimandole di rientrare. Quando
la donna aveva rifiutato l'invito, lui aveva iniziato a demolire mobili, vetri, tv e portafoto facendole sentire al telefono il fracasso. Lei, insieme alla sorella, era andata sotto casa e aveva visto la luce accesa, poi avevano allertato i carabinieri. Dentro la casa avevano trovato tutto a soqquadro ma l'imputato non c'era.
"Era andato al pronto soccorso - aveva riferito la compagna - perchè si era tagliato rompendo un vetro". La difesa, rappresentata dall'avv. Stefano Radovani, aveva sostenuto l'assenza di stalking, sottolineando che si era trattato solo di un gesto d'ira seguito ad un Sms offensivo di lei”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico