Ancona, danni e furti agli chalet di Palombina. Preso il ladro, tradito da un’impronta

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ANCONA Tanti danni, un bottino misero. È stato denunciato il presunto responsabile dell’assalto al Mama Beach (ex Albina), chalet di Palombina devastato a fine...

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ANCONA Tanti danni, un bottino misero. È stato denunciato il presunto responsabile dell’assalto al Mama Beach (ex Albina), chalet di Palombina devastato a fine maggio. Uno dei primi blitz di una lunga serie che per quasi tutta l’estate ha avuto come obiettivi gli stabilimenti balneari. I carabinieri della stazione di Collemarino hanno stretto il cerchio attorno a un 23enne marocchino, senza fissa dimora, denunciato per furto aggravato e danneggiamento.

 

Il precedente

Lo stesso è finito nei guai per un altro furto: quello commesso ai danni dello chalet Otello, avvenuto lo scorso 29 giugno. Il ladro, in quell’occasione, era scappato con un malloppo di circa 200 euro. A incastrarlo erano state le telecamere del sistema di videosorveglianza. O meglio, era stato tradito dalla luce sprigionata dal frigorifero che aveva aperto per cercare qualcosa di prezioso da portare via.

Nel caso del Mama Beach, il cui raid è avvenuto di notte, per risalire al 23enne è stato fondamentale il rinvenimento e la successiva analisi di una traccia biologica trovata dai carabinieri all’interno della struttura. Il riscontro con il database delle forze dell’ordine è avvenuto di recente. Di qui, la denuncia a piede libero recapitata al ladruncolo.

La porta sfondata

Per entrare nel chiosco adibito a bar e piccola ristorazione, il marocchino aveva praticamente sfondato la porta a calci e pugni. Una furia inaudita, che gli aveva consentito di guadagnarsi l’ingresso. È probabilmente con quel danneggiamento, che si era fatto male, perdendo sangue. Aveva messo a soqquadro lo chalet, rompendo le bottiglie, schiacciando i sacchi delle patatine e frantumando le stoviglie. I danni ammontavano a circa 10mila euro. Quanto era riuscito a portare via? Circa 200 euro, prelevati dal fondo cassa. I titolari avevano poi sporto denuncia ai carabinieri di Collemarino, coordinati dal comandante Giuseppe Colasanto.

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Corriere Adriatico