SENIGALLIA - L’annosa questione della curva della Penna è avviata a soluzione. Benni e Quattrocchi, i proprietari del terreno, hanno trovato l’accordo per...
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Presto si farà sempre a spese del privati un intervento di lavori pubblici, attesissimo dai cittadini: il semaforo della Penna che ora è organizzato su ben 6 tempi di passaggio, creando lunghe soste e file interminabili, sarà sostituito da un’ampia rotatoria. Normalmente sono le lungaggini della pubblica amministrazione che fanno attendere i cittadini. Questa volta sono stati i privati che hanno discusso a lungo come dividersi gli oneri di una bonifica ambientale tanto necessaria quanto dovuta. Chi ha abitato a Senigallia prima dell’avvento del metano, si ricorda la ditta Quattrocchi che riforniva le cisterne domestiche del gasolio necessario a riscaldare le case. Il deposito era proprio a ridosso della curva della Penna.
Quando il Comune ha proposto la riqualificazione dell’area, i proprietari dei terreni hanno aderito volentieri all’idea che prevedeva l’abbattimento della casa della materassaia e dell’edificio Quattrocchi, così come del palazzo prospiciente viale Leopardi. Dopo la demolizione, potranno ricostruire un complesso di tre palazzi, che andranno a completare il prospetto di viale Leopardi di fronte alle antiche mura della città e comprendono un edificio affacciato sulla nuova rotatoria della Penna da realizzarsi con gli oneri di urbanizzazione dovuti per l’intero intervento edilizio. La demolizione di tutti gli edifici è anche funzionale a costruire la rotatoria con un raggio di curva ampio che permetta l’agevole circolazione a tutti i veicoli. L’incrocio sarà ampliato e traslato un po’ verso monte.
Benni e Quattrocchi sapevano da sempre che avrebbero dovuto bonificare il terreno. Quando l’Arpa ha esaminato i risultati delle analisi del terreno è stato appurato che due grandi cisterne di cemento che contenevano il gasolio si sarebbero nel tempo fessurate infiltrando in profondità il suolo. In conseguenza di questa scoperta, i costi della bonifica sarebbero lievitati notevolmente e l’accordo fra i soci divenuto difficoltoso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico