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CUPRAMONTANA La visita con droga al seguito al marito in carcere fa scattare i sospetti degli inquirenti che la famiglia sia un punto di riferimento per lo spaccio di stupefacenti in paese. A finire in manette è stato un 34enne di origini napoletane (D. P.), netturbino, padre di due bambini. È stato arrestato mercoledì dai carabinieri a Cupramontana: nella sua abitazione sono stati rinvenuti 2 panetti di hashish per un totale di 1,8 chili e 58 grammi di cocaina, dei bilancini di precisione oltre alle agende con numeri e cifre occultati in una dispensa e nel cassetto dei colori del figlio di 6 anni.
La giustificazione
La droga e il materiale sono stati sequestrati sebbene il 34enne abbia sostenuto che la droga non era sua, ma di una persona al di fuori del suo nucleo familiare.
La moglie era andata a trovarlo insieme alla figlia (risultata pulita): scoperta la cocaina, è stata arrestata e rinchiusa nel carcere di Civitavecchia. Subito il personale del carcere ha trasmesso l’informativa ai carabinieri delle Marche. Così sono scattati i controlli nell’abitazione di Cupramontana che la figlia dei due coniugi arrestati condivide con il compagno.
La perquisizione
I carabinieri della locale Stazione hanno fatto scattare la perquisizione, ma il 34enne si è mostrato collaborativo consegnando spontaneamente 3 grammi di hashish e dichiarando che erano per uso personale. Dalla perquisizione non è emerso null’altro. Ma a casa della suocera, di cui il genero aveva una copia delle chiavi, sono stati invece rinvenuti 6 cellulari, un quaderno con nomi, numeri dei clienti e cifre della droga venduta, 3 bilancini di precisione, 2 macchine sottovuoto e chiavette Usb: tutto sequestrato.
A quel punto, nel tardo pomeriggio di mercoledì i militari sono tornati a casa del papà-netturbino e stavolta il suo nervosismo lo ha tradito. Dall’armadio sono spuntati i due panetti di hashish e la cocaina. Il 34enne, arrestato, ieri è comparso davanti al giudice del tribunale, Matteo Di Battista. Il pm titolare del fascicolo, Marco Pucilli, aveva chiesto l’applicazione della misura cautelare del carcere, ma l’avvocato difensore Francesca Petruzzo ha evidenziato l’atteggiamento collaborativo del giovane nel consegnare ai carabinieri la droga nella sua disponibilità, rimarcando inoltre che l’ingente quantitativo trovato non gli appartenesse e che fosse stato messo lì da terzi. Il giudice ha convalidato l’arresto, collocandolo ai domiciliari con permesso di uscita solo negli orari di lavoro. Il processo inizierà il 9 maggio.
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Corriere Adriatico