In lacrime per Latini, il re delle cucine: il Covid fatale al cavaliere Leopoldo

In lacrime per Latini, il re delle cucine: il Covid fatale al cavaliere Leopoldo
JESI  - Ha fatto tanto per Jesi, il suo sviluppo industriale ed economico, lo sport e il lavoro. Oggi la città saluta con commozione Leopoldo Latini, cavaliere del...

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JESI  - Ha fatto tanto per Jesi, il suo sviluppo industriale ed economico, lo sport e il lavoro. Oggi la città saluta con commozione Leopoldo Latini, cavaliere del lavoro, imprenditore delle cucine, spentosi a 88 anni a causa del Covid-19. Il suo nome è rimasto indissolubilmente legato alla Jesina calcio, per aver portato la squadra leoncella negli anni ’80 fino alla C1. Latini da un anno circa era ospite insieme alla moglie Lucia della casa di riposo “Vittorio Emanuele II” di Jesi, entrambi tra quei 23 ospiti positivi al Coronavirus

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Già cardiopatico e con problemi polmonari, è stato facile preda del virus. Lunedì è stato portato al pronto soccorso del Carlo Urbani, dove si è spento verso le 22. Una notizia che ha gettato nello sconforto i quattro figli e tutti i familiari, oltre che le tante persone a lui affezionate. Nato come falegname, mestiere ereditato dal padre, Latini negli anni ’60 avvia la sua attività di costruzione cucine, che vive il suo periodo di massimo splendore negli anni ’70 quando il marchio Latini Cucine viene esportato in tutto il mondo: in Arabia Saudita, Emirati Arabi, Libia, America, Francia, Inghilterra. 

L’azienda nata a Jesi ricambia tanto amore per la sua città impiantando due capannoni da 6000 metri quadrati alla Zipa. Dà lavoro a tante famiglie, la pubblicità delle sue cucine arriva alle reti Rai, Latini è un marchio riconoscibile nel mondo. L’imprenditore diventa socio onorario dell’allora Cassa di Risparmio di Jesi. Si interessa al basket, sponsorizza una squadra di Forlì, poi fa costruire il campo da rugby in via Mazzangrugno, intitolato alla memoria dell’amato figlio Lorenzo, morto a soli 12 anni di leucemia. Latini intanto espande l’attività anche a New York, nuovi mercati, altre opportunità. All’apice della fortuna, arriva lo strappo con il socio storico (Alfiero Latini, che proseguirà parallelamente l’attività con la Sicc cucine, sponsor dell’Aurora Basket Jesi fino alla massima serie). 

Scossoni aziendali forti. Ma Leopoldo Latini risponde puntando sulla Jesina Calcio di cui diventa presidente e la traghetta fino alla C1. Viene corteggiato dal mondo politico, ma lui non cede. Col passare degli anni è costretto a esportare la produzione in Russia, utilizzando materiale prodotto in Italia. La vive male, per lui è una specie di “isolamento imprenditoriale”. Progressivamente le difficoltà, la crisi economica e varie traversie portano alla chiusura dello stabilimento nel 2014. Forza Italia nel 2015 lo invita a un convegno, testimone delle difficoltà delle aziende di avere accesso al credito: a 83 anni Leopoldo Latini era più arrabbiato che da ragazzo. Una delusione che forse lo ha accompagnato fino alla fine. 



I funerali non sono ancora stati fissati. Con ogni probabilità la salma sarà cremata al Crematorio di Fano. Latini era uno dei 23 ospiti della Casa di riposo di Jesi positivi al Covid. Di questi, 3 stanno facendo l’ossigenoterapia nell’area di isolamento della struttura. Ieri sono stati effettuati altri tamponi, anche alle persone che hanno avuto contatti con i positivi. Otto gli operatori positivi, che si sono negativizzati ma di cui si attendono i tamponi dei familiari prima di tornare al lavoro. A Santa Maria Nuova 18 sui 28 ospiti inizialmente positivi, si sono negativizzati. 

 

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Corriere Adriatico