I ristoratori tornano al lavoro, coprifuoco nel mirino: «Qui non è l’Inghilterra, nessuno cena alle 18. Cambiate quegli orari»

I ristoranti in corso Mazzini
ANCONA - «Abbiamo vinto una battaglia, non ancora la guerra». Per il direttore generale di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco, l’ottenimento...

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ANCONA - «Abbiamo vinto una battaglia, non ancora la guerra». Per il direttore generale di Confcommercio Marche Centrali, Massimiliano Polacco, l’ottenimento della data certa di riapertura per bar e ristoranti è stato un grande risultato. Rimangono però le ferite aperte del servizio solo all’esterno e del coprifuoco alle 22, che impediscono ai ristoratori di lavorare a cena.

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Senza contare i dubbi sulla definizione di servizio all’esterno. 


Il dialogo 
Perciò il confronto con le istituzioni continua. «Dopo la nostra manifestazione della scorsa settimana nel Governo c’è stato un cambio di mentalità enorme – sostiene Polacco -. Hanno finalmente capito che abbiamo bisogno di certezze. E noi siamo diventati consapevoli che all’interno del Consiglio dei Ministri c’è chi è disposto ad ascoltarci». Però il rifiuto di posticipare il coprifuoco almeno alle 23 non è andato giù. Perché questo rende sostanzialmente impossibile servire la cena. «È una presa in giro – sbotta Mauro Castellani del ristorante l’Opera Nova della Marca -. Ti dicono che puoi stare aperto anche la sera, ma solo fino alle 22. Non ha senso. Dovrebbero cambiare tutte le abitudini. Non siamo l’Inghilterra dove la gente finisce di lavorare prima e alle 18 va a cena». L’Opera Nova della Marca riaprirà perciò il 1° maggio, ma soltanto a pranzo. «Qui da me la gente viene per rilassarsi, non per mangiare stando continuamente attenta all’orologio», sottolinea il ristoratore. 


Il rebus del meteo
Senza poi contare le temperature ancora non troppo favorevoli per un servizio da effettuare soltanto all’aperto. «Io di spazio fuori ne ho tanto, ma sto i campagna. La sera è fresco. Prima di giugno è difficile pensare di portare la cena all’esterno – spiega Castellani -. E anche il pranzo non è così scontato. Dipendiamo troppo dal tempo. Magari il giovedì fai rifornimento per il weekend, poi piove e devi buttare tutto via». Per Gianluca Lombardo del ristorante Zenzero, con la riapertura del 26 aprile si comincia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel, però la strada è ancora lunga: «Stiamo sistemando gli spazi all’esterno e per il tempo che ci è concesso staremo sempre aperti. Faremo la colazione, il pranzo, il pomeriggio serviremo caffè e altre bevande, la sera degli apericena». 


L’ostacolo 


La cena vera e propria però, no. «Il coprifuoco alle 22 è troppo presto per un servizio normale. Se alle 22 devi stare a casa, dal ristorante devi andare via almeno mezz’ora prima. Speriamo che allentino al più presto le misure, facendoci anche tornare a servire all’interno. Perché non tutti hanno lo spazio per mettere i dehors». Tanto che Confcommercio è stata sommersa da richieste di chiarimento su cosa debba intendersi per servizio all’aperto. Per esempio quello effettuato in un ambiente con finestre o pareti scorrevoli tenute spalancate può considerarsi tale? «Stiamo dialogando sia con la Regione che con il Ministero affinché l’interpretazione di questa norma sia la più ampia possibile - fa sapere Polacco -. Infatti, nonostante le limitazioni, c’è da parte di tutti una forte voglia di tornare al lavoro. Continueremo a batterci contro il coprifuoco alle 22». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico