Corso Garibaldi, cercasi nuovo look. La sfida dei commercianti anconetani: «Ora via quelle panchine»

Corso Garibaldi, cercasi nuovo look. La sfida dei commercianti anconetani: «Ora via quelle panchine»
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ANCONA Le fioriere-pattumiera non ci sono più. Finalmente. Un primo passo è stato compiuto. Ma adesso lo step più importante: rivedere completamente l’arredo del Corso per creare un’immagine nuova del centro e sicuramente più accattivante. Oggi l’incontro in Comune tra il sindaco e il consulente al decoro urbano, l’architetto Riccardo Picciafuoco incaricato dalla giunta di progettare il volto nuovo del centro. L’esperto porterà al vaglio le soluzioni da lui individuate. Ma intanto i commercianti lanciano spunti interessanti sul new look del centro storico. 

 


Il secondo step 

«Dopo le fioriere? Via anche quelle panchine obbrobriose» auspica il ristoratore Giordano Andreatini, titolare della Trattoria Clarice. «Sono brutte e scomode, non invitano neanche a sedersi» incalza. Andreatini, di ritorno da un viaggio ad Aosta, parla per cognizione di causa: «Lì ho visto sedute ovunque - racconta -, curate e architettonicamente adeguate al contesto. Creano aggregazione, non come quelle che ci sono in centro ad Ancona». Guarda ad altre città anche il titolare della boutique Layline, Giorgio Pavani: «A Nizza c’è un sistema di illuminazione pubblica fatta di lampioncini decorati con piante che vengono irrigate automaticamente». Avvenirismo? No, se da altre parti il decoro esiste, può benissimo essere di casa anche ad Ancona. Puntare in alto non è utopia, ma uno standard necessario per riqualificare una volta per tutte il cuore del capoluogo. «Partiamo dalle basi - ribatte Pavani - ci vuole più verde, piante e fiori ben curati. Intanto quello». Un altro elemento che i commercianti reputano importante è la continuità architettonica. 

Il boulevard 

«Abbiamo una passeggiata meravigliosa da mare a mare - afferma Michele Zannini -, bisogna puntare su questo e mantenere una continuazione degli arredi dal Viale al Corso». «Non potendo contare su un lungomare, dovremmo rendere più omogenea possibile la linea che unisce i due affacci sul mare, come fosse un unico boulevard» immagina barman Fabio Cesini, titolare del Liberty Cocktail Lounge. Il resto è cura del bene pubblico: «La pulizia è la parola d’ordine - continua Zannini -, basta con panchine e palazzi vandalizzati. Un più di controlli non guasterebbero». Cesini, che ha avuto anni di esperienze professionali all’estero vorrebbe respirare un’aria più internazionale: «Non sarebbe male avere delle mostre lungo il Corso - suggerisce - o anche delle opere permanenti». 

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Corriere Adriatico