SENIGALLIA - Cinque hotel in vendita, uno in affitto e un altro all’asta. Una stagione nera per il settore alberghiero che conta 76 strutture in città. La crisi...
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Il presidente Manfredi ha mandato svariati appelli per ridurre la tassazione che sta strozzando molti albergatori, soprattutto adesso che non ci sono margini di guadagno. Nel comparto del turismo gli alberghi sono infatti i più penalizzati. «Molti apriranno direttamente a fine giugno e primi di luglio – aggiunge – qualcuno non aprirà per niente. Chi deciderà di farlo, lo farà solo per garantire un servizio ai pochi clienti fidelizzati e dare una prospettiva di lavoro, seppure per pochi mesi, al personale che non vuole lasciare a casa. Il fatto che ci siano alberghi in vendita è un segnale che va colto, non può essere la normalità, ma è sintomo di un problema che va affrontato se a qualcuno, ripeto, interessa il turismo a Senigallia».
A parte l’ex Hotel Marche ancora in vendita, ci sono annunci per una struttura sul lungomare di ponente, due su quello di levante mentre un altro non specifica la zona ma comunque riguarda un albergo della città. C’è chi invece l’ha messo a disposizione per l’affitto quest’estate. Infine uno è finito all’asta. In questo caso il problema non nasce con il Covid, che ha finito per peggiorare situazioni già precarie.
C’è poi un altro aspetto importante sul versante economico. «Il problema per noi alberghi stagionali è l’assenza di liquidità – interviene l’albergatore Enrico Rimini, consulente dello staff del sindaco per il turismo - in questo periodo solitamente siamo pronti a partire con un primo incasso dato dalle caparre. Quest’anno non ci sono state e siamo quindi a quota zero. Purtroppo le prospettive per la stagione 2020 sono quelle di sopravvivenza nella migliore delle ipotesi, senza guadagni. Servono per le nostre e per le altre attività aiuti concreti subito per ripartire. La “minestra” del Governo si sta riscaldando troppo, troppi annunci e zero sostanza. Ricordo che i 25mila euro con garanzia dello Stato andranno, quando verranno concessi, a coprire i fidi e sono pur sempre un prestito da restituire, lo Stato fa da garante solo se non si ha più niente. Lo Stato si muova – aggiunge Enrico Rimini - nel 2011 abbiamo dato noi con Imu raddoppiate o triplicate, adesso abbiamo bisogno subito e in fretta». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico