Linda, giornalaia di Ancona: «Grazie della battaglia per ricordare che esistiamo»

Linda D'Ippolito, giornalaia in corso Amendola, ad Ancona
ANCONA - Un presidio in una città cristallizzata. Un servizio per spezzare la paralisi di giornate che hanno perso la prospettiva del tempo. È la mutazione genetica...

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ANCONA - Un presidio in una città cristallizzata. Un servizio per spezzare la paralisi di giornate che hanno perso la prospettiva del tempo. È la mutazione genetica del giornalaio che, da sosta ripetitiva d’un tempo, diventa liturgia di sopravvivenza alla minaccia del virus. «Grazie amici del Corriere per aver pensato a noi che stiamo al fronte e rischiamo. Il vostro invito a portare il giornale a domicilio è un riconoscimento al ruolo che vogliamo svolgere. E soprattutto: grazie della battaglia per ricordare che esistiamo e che venire a comprare il giornale da noi non è reato, anzi è garantito dalla Costituzione». Linda D’Ippolito in corso Amendola è una istituzione da vent’anni. «Mi sento privilegiata: continuo a lavorare e posso rendermi utile in un momento in cui niente è più come prima. Arriva gente che non ha mai comprato un giornale e ora lo fa». Converte la pena che non dà tregua in una sfumatura d’ottimismo: «Si vendono più quotidiani: c’è più tempo per leggerli, c’è la voglia di farlo». Come un diritto ritrovato. «È come uscire, nel mondo e nella propria città, in un’epoca che invece lo vieta. E poi ci sono gli affezionati, che non rinuncerebbero al vostro Corriere Adriatico». Come un bene primario, la sostanza non cambia. «È un piacere poterlo portare nelle case di chi ha difficoltà a venire a comprarlo. Ribadisco: è il riconoscimento al ruolo che vogliamo svolgere». 
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Corriere Adriatico