L'incubo di un nuovo lockdown agita il capoluogo: «La zona rossa sarebbe devastante»

Ancona, l'incubo di un nuovo lockdown agita il capoluogo: «La zona rossa sarebbe devastante»
ANCONA - L’incubo del lockdown torna a materializzarsi. Microzone rosse a macchia di leopardo, forse un’intera provincia chiusa a chiave: nelle prossime ore la Regione...

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ANCONA - L’incubo del lockdown torna a materializzarsi. Microzone rosse a macchia di leopardo, forse un’intera provincia chiusa a chiave: nelle prossime ore la Regione deciderà il futuro degli anconetani, alle prese con un’allarmante impennata di contagi e con una saturazione degli ospedali al limite di guardia. 

 

Lo spauracchio 

Tremano i commercianti, che temono di dover pagare di nuovo dazio alla pandemia dopo mesi di restrizioni. Dalle associazioni si alzano appelli affinché le istituzioni facciano di tutto per evitare la zona rossa. «Sarebbe un disastro - commenta senza mezzi termini il professor Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Marche -. I dati parlano chiaro: non è tenendo chiuso il terziario che si bloccano i contagi. Il lockdown sarebbe un provvedimento eccessivo, gli imprenditori e i commercianti sono stanchi: se prima avevano la pazienza e la perseveranza di aspettare, adesso non ce l’hanno più e appena sentono parlare di chiusure, si rivoltano. Sono altre le cause della diffusione del virus, non certo i ristoranti o i negozi, dove vengono osservate precauzioni massime». 
La crisi 
Ci sono settori, come quello della ristorazione appunto, in ginocchio. «A livello locale l’impatto della crisi è stato tremendo - continua Polacco -, tra saldi a rilento, centri commerciali penalizzati e locali pubblici quasi sempre chiusi. Per non parlare dei sostegni, inesistenti. E da quanto pare di capire, nemmeno Draghi sembra così interessato ad elargirne. Qui noi non chiediamo di ricevere contributi, ma di lavorare. La soluzione non è la zona rossa, bensì le vaccinazioni». E il pensiero va alla situazione all’estero. «È incredibile che in Germania abbiano cominciato da tempo con le somministrazioni, mentre noi dobbiamo ancora vaccinare gli ultraottantenni - evidenzia Polacco -. Sono scelte sbagliate per le quali non possono pagare sempre e solo gli operatori commerciali».
Anche la Cna territoriale di Ancona si unisce all’appello alla Regione affinché intervenga in maniera chirurgica nei comuni in zona sud e nell’entroterra, dove sono emersi i casi che preoccupano, evitando il lockdown generalizzato a tutto il territorio provinciale. 
La Cna


«Sarebbe sbagliato stabilire una zona rossa indiscriminata in tutta la provincia anconetana, poiché anche in questo caso vale il principio secondo il quale i provvedimenti, per risultare efficaci, debbono essere mirati e puntuali, sia quando richiedono sacrifici, che quando riconoscono agevolazioni e ristori - dice il direttore Massimiliano Santini -. Con tutta la prudenza che merita, pare che l’aria stia cambiando. Grazie al clima politico generale e alcune operazioni ben fatte, alcuni settori stanno ripartendo di slancio, come il comparto edile, le misure della regione per accedere a nuova finanza e per incentivare le nuove imprese stanno funzionando, l’allentamento delle restrizioni stanno ricreando fiducia e voglia di ripartire. Occorre tenere alta la guardia, soprattutto laddove le statistiche ci dicono che il comportamento dei cittadini deve essere guidato nel rispetto rigoroso delle regole». 

 

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Corriere Adriatico