Ancona, affari ancora al rallentatore. Ma i prezzi volano. E Adiconsum denuncia: «Segnalati rincari fino al 40%»

Persone in centro per lo shopping
ANCONA - Avanti, piano. Fatta eccezione per i parrucchieri, costretti agli straordinari per soddisfare la valanga di prenotazioni, la prima settimana di riapertura di negozi, bar...

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ANCONA - Avanti, piano. Fatta eccezione per i parrucchieri, costretti agli straordinari per soddisfare la valanga di prenotazioni, la prima settimana di riapertura di negozi, bar e ristoranti è servita ai clienti per riprendere confidenza con luoghi che non erano più abituati a frequentare. Se gli affari per adesso non volano, lo fanno però i prezzi, con Adiconsum che denuncia rincari soprattutto nel settore della cura della persona. «Ci stanno arrivando numerose segnalazioni su parrucchieri ed estetisti che applicano prezzi maggiorati dal 5 al 30% - rivela il presidente di Adiconsum Marche, Francesco Varagona -, giustificandoli con il minore afflusso e con la necessità di coprire i costi derivanti dall’adozione delle misure di sicurezza». 


Per quanto riguarda bar e ristoranti la situazione sarebbe invece più a macchia di leopardo. «In questo caso i prezzi sono saliti in media del 10-15%, ma ci sono situazioni molto diverse. Alcuni hanno preferito mantenere i prezzi invariati, cercando di andare in contro alle famiglie, già provate dall’emergenza, mentre altri ne hanno approfittato per aumentarli anche del 40%». In totale controtendenza, invece, l’abbigliamento, con i negozi che hanno la necessità di smaltire la merce rimasta invenduta nei mesi di chiusura e che per questo offrono spesso sconti importanti. «Noi, a differenza di altri, avendo marchi di alto livello, abbiamo mantenuto i prezzi pre lockdown - afferma Toni Tanfani di Gisa Boutique -. Tuttavia sugli acquisti di capi primaverili è chiaro che avremo un occhio di riguardo». 

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Per quanto invece riguarda la merce estiva, si è provato a dare risposta a una domanda molto diversa rispetto a quella di due mesi fa. «Non essendoci più cerimonie, party, ricevimenti, abbiamo dovuto cambiare pelle, proponendo prodotti quotidiani con prezzi più accessibili». Per ora la gente acquista, però, soprattutto accessori. «Anche se sanifichiamo tutti i capi provati, c’è ancora timore. Questo non vuol dire che non ci sia interesse. Riceviamo tante telefonate e l’afflusso è stato buono. Ma ci vuole ancora un po’ di tempo perché le persone prendano confidenza con il nuovo modo di muoversi e fare shopping». Lo stesso vale per i bar. «Ogni giorno va meglio - sostiene Massimo Paci del Moldavia -, ma siamo comunque lontani dai ritmi di una volta. Nonostante l’ingresso contingentato, non è che si formino grandi file». Questo però anche, va detto, grazie all’educazione della gente, che se vede che c’è qualcuno in attesa, appena ha finito se ne va. «Può capitare quello che entra senza mascherina o senza disinfettarsi le mani, ma in generali i clienti sono molto disciplinati e hanno rispetto del grande lavoro che facciamo per mantenere la sicurezza». Al ristorante Pizza Pazza di Torrette hanno dovuto riorganizzare tutta la cucina, con inevitabili conseguenze sui tempi. «Se l’afflusso dovesse aumentare potrebbe essere un problema - dice Simone Giacchè -, ma per il momento no, visto che si è verificato ciò che temevamo. Ai tavoli non abbiamo mai avuto più di 10 persone. Solo grazie all’asporto e alla consegna a domicilio riusciamo a fare giornata». 


Chi non ha di questi problemi è Francesca Clementi, titolare della parrucchieria Un diavolo X capello: «Ho tutto pieno fino al 6 giugno e questo lavorando dalle 8 alle 21,30, dal lunedì al sabato. La gente non vedeva l’ora. Molti hanno aspettato, ma ho trovato anche qualcuno che ha provato a fare da solo. La fatica è tanta, perché con la mascherina non si respira e con la sanificazione i tempi si allungano. Ma non mi lamento. I clienti sono stati perfetti, rispettando tutti i protocolli. E io non ho voluto gravare su di loro mantenendo i prezzi invariati». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico