Fincantieri: un operaio positivo, tre in quarantena. La Fiom: «E ora screening di massa nelle aziende»

Fincantieri: un operaio positivo, tre in quarantena. La Fiom: «E ora screening di massa nelle aziende»
ANCONA - Un dipendente di Fincantieri è positivo, tre suoi colleghi sono in quarantena. IlCovid entra ancora nell’arsenale, aggravando il bilancio che fino a ieri -...

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ANCONA - Un dipendente di Fincantieri è positivo, tre suoi colleghi sono in quarantena. IlCovid entra ancora nell’arsenale, aggravando il bilancio che fino a ieri - prima dei nuovi casi - da agosto contava 15 operai del cantiere positivi al Covid, tutti di ditte esterne.



 

E a questo punto la Fiom Cgil di Ancona ritiene fondamentale continuare a mettere in campo tutte le azioni per il contenimento del virus covid 19, soprattutto in questa fase dove la curva dei contagi sta tornando a risalire in maniera preoccupante. «Nel mese di marzo ci siamo mobilitati, troppo spesso da soli, fino ad arrivare allo sciopero generale del territorio di Ancona - sottolinea la Fiom -, e la contrattazione fatta dalle nostre RSU/RLS è stata poi ripresa nei protocolli nazionali, ulteriormente migliorata in quelli aziendali ed oggi permettono alle imprese di gestire casi di corona virus senza dover essere costretti a chiudere fabbriche ed uffici». La Fiom di Ancona considera «fondamentale continuare ad investire sulla prevenzione e sul contenimento: in AristonThermoGroup ed Electrolux si è giunti alla condivisione di azioni di monitoraggio con l’effettuazione di test e/o tamponi su tutti i dipendenti, su base volontaria e garantendo il rispetto della privacy delle persone, e questo deve diventare paradigma». Ma pe r il sindacato «è arrivato il momento che tutte le aziende del territorio dalla cantieristica all’elettrodomestico, passando per l’automotive, tutti i comparti e tutte le filiere, si facciano carico di uno screening di massa della collettività metalmeccanica, per avere una fotografia precisa e puntuale, meglio ancora se periodica». Prevenzione e monitoraggio, per la Fiom, devono essere considerati «un investimento, produttivo e sociale, e non un costo». E «dopo la valanga di denaro pubblico che è già stato utilizzato e che sarà a disposizione delle imprese, soprattutto dalle aziende pubbliche e dalle multinazionali in riorganizzazione, una parte sia restituito alle persone che hanno contribuito a tenere in piedi il Paese, anche in questa forma». Infine: «La Fiom di Ancona, già a marzo, denunciava utilizzi impropri della CIGO covid: chiediamo alla Prefettura una fase di controlli su tutto il territorio, sia sull’applicazione dei protocolli che sull’utilizzo del denaro pubblico, attivando un tavolo di confronto con gli enti ispettivi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico