Senigallia, baywatch con il brivido: «State tutti tranquilli, nessuno sarà lasciato annegare in spiaggia»

Un soccorso in spiaggia
SENIGALLIA - Richiamati i baywatch “arruolati” lo scorso anno, per un aggiornamento, mentre a fine mese si terranno gli esami per i nuovi. «Stiamo richiamando i...

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SENIGALLIA - Richiamati i baywatch “arruolati” lo scorso anno, per un aggiornamento, mentre a fine mese si terranno gli esami per i nuovi. «Stiamo richiamando i bagnini di salvataggio per un corso di aggiornamento tramite webinar – spiega Severino Tricarico, responsabile della Società nazionale di salvamento – per informarli delle nuove disposizioni che gli attuali corsisti già conoscono. Verranno utilizzati solo dispositivi usa e getta. Diremo a tutti i titolari degli stabilimenti di vigilare affinchè non venga usata la pocket mask, perché servirebbe un passaggio in autoclave per sterilizzarla dopo, che solo gli ospedali hanno. Potranno ricorrere al palloncino. Ci sono anche altri strumenti che devono obbligatoriamente essere presenti negli stabilimenti per somministrare ossigeno, come il pulsiossimetro che aiuterà notevolmente il lavoro dei bagnini di salvataggio».


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Da evitare quindi la pocket mask, la maschera finora utilizzata di supporto alla respirazione bocca a bocca per evitare contatti diretti. «La gente deve stare tranquilla – assicura Tricarico - nessuno verrà lasciato annegare. La ventilazione verrà fatta anche se l’Inail la sconsigliava. Ad ogni modo non mi preoccupo dei bagnini di salvataggio che sono professionisti e sanno come proteggersi. Mi preoccupano di più le squadre di emergenza aziendali, perché ogni stabilimento ha un addetto alla sicurezza a cui suggerisco di seguire un corso di aggiornamento sul rischio biologico». Uno degli istruttori Blsd sulle manovre di primo soccorso è Bruna Durazzi. «I bagnini di salvataggio sono addestrati per intervenire anche in situazioni di rischio – spiega Bruna Durazzi –, ci sono altre patologie da cui devono proteggersi normalmente come l’epatite o l’Hiv perché a volte la persona che vai a soccorrere potrebbe non dichiarare di essere malata, anche se deve, oppure potrebbe ignorare di esserla o infine se non è cosciente ovviamente non può riferirlo. Ecco perché delle precauzioni sono sempre state prese». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico