ANCONA - Mascherine sì, mascherine no. Forse sarà sufficiente un foulard: l’importante è coprirsi naso e bocca quando si esce di casa. Ma...
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Nelle farmacie anconetane c’è chi le sogna, chi ne ha a sufficienza, chi «le ho ordinate ma non sono arrivate». E chi si è organizzato con canali diretti per saltare la coda della burocrazia. Chirurgiche, Ffp2, Ffp3, lavabili o in polipropilene: una giungla in cui è difficile districarsi e la bagarre dei prezzi, nel mercato drogato dagli speculatori, non aiuta. I farmacisti sono le prime vittime della legge della domanda-offerta, davvero spietata: gli avvoltoi del Coronavirus non conoscono etica. «Sono arrivati a propormi mascherine chirurgiche a 8 euro l’una, quando prima della crisi costavano 80 cent - racconta Simone Marco Giovi, direttore della farmacia Dr Max di corso Garibaldi -. Le Ffp2 con capacità filtrante al 98% prima venivano 3 euro, ora 10. Ci sono appena arrivate 20mila mascherine chirurgiche triplo velo, marchiate CE: le vendiamo in pacchetti da 25 pezzi a 41,5 euro. Se ho il virus, evitano che lo trasmetta, ma non prevengono il contagio da altri. Il foulard? Non serve a niente, giusto a proteggere da tosse e starnuti».
Alessandro Giusti della Farmacia del Pinocchio le importa direttamente dalla Cina: «Sono chirurgiche a triplo strato con un tessuto esterno plastificato per una protezione al 97%. I fornitori purtroppo hanno aumentato i prezzi, le proponiamo a 2 euro l’una, quando prima una scatola da 50 pezzi veniva 7-8 euro. Ne abbiamo vendute 50mila dall’inizio dell’emergenza. Abbiamo anche protezioni facciali in plexiglas per chi lavora al pubblico». Nella Farmacia Zecchini in piazza Roma si trovano solo mascherine in tessuto. «Sono lavabili fino a 100 volte e sono piuttosto efficaci - assicura il titolare, Lorenzo Zecchini -. La prossima settimana avremo anche le Ffp2, ma tra problemi di reperibilità e prezzi alle stelle, è un disastro. Gli approvvigionamenti arrivano dalla Cina: siamo schiavi di pagamenti anticipati, tempi lunghi di consegna, stazionamenti alla dogana e, spesso, non conformità con gli ordini».
C’è chi ormai ci ha rinunciato, come la Farmacia Dorica alle Palombare, dove campeggia un cartello all’ingresso: “Le mascherine sono esaurite, non si possono ordinare né prenotare”. Spiega Cecilia Mercuri: «Abbiamo fatto ordini direttamente alle aziende europee, ma sono rimasti inevasi. L’altro giorno sono arrivate una 50ina di mascherine: andate a ruba. Qualche fornitore ci propone quelle usa e getta a 6 euro l’una: mi rifiuto di far spendere certe cifre ai miei clienti. Ma anche alcol e guanti sono esauriti e nessuno ci dà tempi certi di consegna». Vincenzo Felici, socio della Farmacia Ancona di corso Amendola: «Siamo sommersi di telefonate e richieste, le mascherine che arrivano si volatilizzano subito, delle più sofisticate neppure l’ombra. Siamo preoccupati noi che non siamo protetti e di ricevere mascherine non a norma». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico