I conti e le date non tornano: medico di base indagato per la soluzione fisiologica al posto del vaccino a 30 pazienti

Ancona, i conti e le date non tornano: il medico di base indagato per la soluzione fisiologica al posto del vaccino a 30 pazienti
ANCONA - I primi sospetti nutriti da parte di alcuni pazienti sono arrivati subito dopo l’iniezione del siero anti Covid. Chiedendo chiarimenti sui tempi necessari al...

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ANCONA - I primi sospetti nutriti da parte di alcuni pazienti sono arrivati subito dopo l’iniezione del siero anti Covid. Chiedendo chiarimenti sui tempi necessari al richiamo per la seconda dose e la tipologia di vaccino iniettato, avrebbero ricevuto dal loro medico curante risposte nebulose e poco chiare. I dubbi sono poi avanzati con il ritardo legato al rilascio della documentazione vaccinale. Tutti elementi che hanno portato tre mutuati – tutti anziani residenti a Falconara – a rivolgersi alla Squadra Mobile di Ancona per chiarire le anomalie riscontrate. 

 

Sono bastati pochi giorni e preliminari accertamenti investigativi per condurre gli agenti coordinati dal vice questore Carlo Pinto a un’ipotesi gravissima: il medico di famiglia avrebbe inoculato ad alcuni mutuati la sostanza fisiologica anziché il vaccino. È questo il quadro accusatorio, ancora preliminare e parziale, che ha fatto finire nel mirino della procura il dottor Sergio Costantini, medico falconarese di 68 anni con ambulatorio nella sua città, in via Marconi. Il professionista, con una carriera decennale alle spalle e circa 1.500 mutuati, risulta essere indagato a piede libero per falso ideologico e lesioni personali commesse da pubblico ufficiale.

Il bluff nel portale

Il primo reato è ipotizzato in quanto il camice bianco avrebbe inserito nel portale dell’Asur riservato al piano vaccinale i nomi e i cognomi di persone registrate come pazienti che hanno ricevuto la prima dose Pfizer, quando in realtà stando a quanto finora emerso, a loro sarebbe stata inoculata solamente una soluzione fisiologica. Di quanti mutuati si parla? Circa una trentina, non solo over 80, ma anche cittadini di mezza età, soggetti fragili.
Per quanto riguarda la seconda ipotesi accusatoria, è stata attribuita al dottor Costantini per non aver tutelato la salute dei suoi mutuati. L’inchiesta, coordinata dal pm Ernesto Napolillo, ha portato gli investigatori a perquisire l’ambulatorio del professionista, portandoli a sequestrare il registro vaccinale ed altra documentazione clinica. Sul medico, attivo anche al punto vaccinale del centro Leopardi, non risultano esserci misure cautelari o provvedimenti disciplinari in corso da parte dell’Ordine. 

Esposti al rischio

I denuncianti hanno lamentato il comportamento del professionista nel rilasciare la prevista documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione nonché un susseguirsi di inesattezze sul tipo di vaccino inoculato e le date del relativo richiamo. «Torna tra tre mesi», «Ma dottore, non mi ha fatto Pfizer? È più breve dal distanza del richiamo» sarebbe stato il tenore di un dialogo che ha insospettito un paio di pazienti. 
Inoltre, tra i denuncianti c’è chi sostiene di aver ricevuto il vaccino, decantato come Pfizer, il 30 marzo. La data dell’inoculazione riportata nei documenti Asur sarebbe però stata postdatata di sei giorni. Il motivo? Perché dai riscontri risulta che il siero della casa farmaceutica americana sarebbe arrivato nelle disponibilità di Costantini solo il 6 aprile. Con quel lotto sarebbero state fatte sei vaccinazioni, ma nel registro risultano una trentina di persone con la dose inoculata. 


I conti, insomma, non tornano. Parte di questi pazienti sono stati già identificati dagli inquirenti. È quasi impossibile risalire a chi – fermo restando l’ipotesi dalla procura – ha ricevuto il vaccino e chi la soluzione: se anche il test sierologico dovesse dare esito positivo, è possibile che la presenza di anticorpi sia legata a una pregressa contrazione del virus, sviluppato in modo asintomatico.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico