ANCONA - Sarà una Pasqua mai vissuta in precedenza. Una Quaresima ed una settimana santa praticamente blindata, tutti chiusi nelle proprie case, senza avere la...
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«La Quaresima che stiamo vivendo - afferma l’arcivescovo Angelo Spina - è forse l’unica della nostra storia, senza poter vivere comunitariamente le celebrazioni pasquali. Un fatto che ci rattrista ma dobbiamo accogliere la strada che la Provvidenza ci indica». Proprio in quest’ottica mons. Spina ha emanato, oltre che il calendario dei vari riti che potranno essere seguiti in tv e che lui stesso celebrerà in solitudine presso la cattedrale di San Ciriaco, una serie di orientamenti che debbono guidare il cristiano in questi momenti particolari. Con la considerazione che l’emergenza farà ritornare il cristiano alle origini della propria fede. «Vivremo la nostra fede - afferma ancora l’arcivescovo - nelle nostre case, trasformate in una vera e propria Chiesa domestica con l’ascolto della parola di Dio. Le nostre abitazioni saranno il tempio in cui celebrare la fede, proprio come avveniva nelle case dei primi cristiani con la sola eccezione che la tecnologia darà modo a tanti di seguire i vari riti trasformando le nostre abitazioni in piccole cappelle digitali». Tra i vari orientamenti indicati alcuni assumano un significato e valenza particolare. Come quello del sacramento della confessione e dell’eucarestia in alcuni casi particolari.
Per la confessione, infatti, visto che le chiese rimangono aperte all’accesso dei fedeli purché vengano evitati assembramenti, c’è la possibilità di accostarsi a questo sacramento. Ma in spazio aperto, a distanza di almeno un metro dal sacerdote, mascherina in bocca. E per gli ammalati, in caso di necessità (pericolo di vita, timore di contagio) quando è impossibile avvicinarli o mantenere la necessaria riservatezza l’assoluzione deve essere data dal sacerdote presente di persona e deve essere udita anche a distanza da chi la riceve. Un’altra indicazione particolare riguarda la comunione agli ammalati. Quelli in isolamento, che possono avere contatti solo con il personale sanitario, possono riceverla dal cappellano che dovrà dotarsi degli appositi ausili sanitari. Il quale, nel caso se ne ravvisi l’opportunità, può dare a qualcuno stesso del personale sanitario giudicato idoneo, la facoltà di portare l’Eucarestia agli ammalati che la richiedano. Infine, tra le altre indicazioni, mons. Spina invita le parrocchie a spostare in altro periodo prime Comunioni e Cresime previste nel periodo pasquale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico