Gel e clienti a distanza, la Baraccola si sveglia: Mediaworld e Unieuro rivedono ora la luce, Comet non ha mai chiuso

Gel e clienti a distanza, la Baraccola si sveglia: Mediaworld e Unieuro rivedono ora la luce, Comet non ha mai chiuso
ANCONA - È come uscire da un lungo letargo. Pian piano si sta risvegliando anche la Baraccola, anima del commercio. Le aperture sono a macchia di leopardo, diciamo pure che...

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ANCONA - È come uscire da un lungo letargo. Pian piano si sta risvegliando anche la Baraccola, anima del commercio. Le aperture sono a macchia di leopardo, diciamo pure che la zona industriale è un deserto rispetto a un paio di mesi fa e pagherà un pesantissimo dazio al lockdown: le attività più piccole sono in ginocchio, la crisi ha lasciato il segno. Ma intanto c’è chi timidamente riparte e va ad aggiungersi a chi, per necessità, non si è mai fermato. 


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La regola numero uno era e resta la sicurezza: frecce e cartelli invitano all’uso di mascherine e guanti e a non creare assembramenti. Guai a non rispettare il metro di distanza o varcare gli ingressi senza prima essersi lavati le mani con il gel disinfettante, disponibile in qualunque negozio. Alla spettrale immagine dell’Uci Cinemas ancora avvolto dal grigiore, fanno da contraltare i supermercati dove non mancano le code, anche se gli anconetani hanno imparato come comportarsi e i maggiori spazi snelliscono l’attesa. Al centro commerciale Conero si lavora in un clima surreale: al nuovo Conad, c’è sempre gente, ma tutt’intorno domina il silenzio. 

Hanno riaperto da poco i tre centri di telefonia, così come Idexè, negozio d’abbigliamento per bambini, dove però si battono ancora pochi scontrini perché ha la sfortuna di trovarsi in un’area piuttosto isolata. Resta chiusa la libreria Giunti, mentre proprio ieri ha rialzato la saracinesca Bottega Verde, incluso nel cluster dei cosmetici e dell’igiene come Tigotà e Acqua & Sapone, con tutte le precauzioni del caso. «L’azienda ci ha fornito i dispositivi di sicurezza, inclusi gli occhialini - spiega la responsabile, Roberta Abelle - facciamo entrare al massimo due persone alla volta, con l’obbligo di disinfettarsi le mani con il gel. Chi non ha la mascherina non può entrare, i guanti li forniamo noi. Abbiamo eliminato tutti i tester, mentre il make-up si può provare solo su fazzolettini di carta. Per ora resteremo aperti quattro giorni alla settimana, come prova, noi e altri 3 negozi della nostra catena in tutta Italia. Anche se, vendendo prodotti detergenti, saremmo potuti restare sempre aperti per legge. Com’è andata la mattinata? Ho fatto tre scontrini, ma siamo solo all’inizio e contiamo che con gli avvisi via mail e sms venga a trovarci più gente». 

Fuori, il parcheggio è semivuoto: non è mai stato così facile trovare posto, la viabilità è ridotta al minimo. Dall’altra parte della strada, Arcaplanet non ha mai chiuso (come Pet Market, L’Isola del Tesoro e gli altri negozi per animali), resta off limits il centro di calzature Globo, mentre ha ripreso a carburare Unieuro, così come i colossi dell’elettronica concorrenti: Mediaworld ha bagnato il debutto lunedì, Comet non s’è mai fermato, sia pure con orari ridotti. Ma qui l’accesso non è libero: il nastro all’ingresso viene rimosso da un addetto che fa entrare un cliente alla volta, con guanti e mascherina, dopo aver chiesto di cosa ha bisogno. 

L’assistenza ad personam è una regola piuttosto condivisa nei megastore per evitare assembramenti e inutili passeggiate tra i reparti: non sono ancora maturi i tempi dello shopping in libertà.

Certo, fa impressione vedere alla Baraccola, regno del food, ristoranti e grandi catene con le luci spente: dicono che saranno tra gli ultimi a riaprire, ma intanto molti si sono organizzati con la consegna a domicilio, inclusi i fast food. Lavorano i benzinai, i gommisti, i centri di assistenza tecnica, gli uffici direzionali e le aziende autorizzate. Ha riaperto pure la cartoleria cinese di via Primo Maggio: anche qui, gel e mascherina sono - e non potrebbe essere diversamente - un must. Al contrario, le concessionarie aspettano come un oracolo la data del 27 aprile, quando è previsto il semaforo verde per la filiera dell’auto e della moda. Per ora possono solo offrire i servizi di consulenza e vendita da remoto e l’assistenza urgente in officina.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico