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CORINALDO Tutto prescritto. Il non luogo a procedere è stato decretato ieri pomeriggio dal giudice Tiziana Fancello per le contravvenzioni in materia di gestione del rischio contestate dalla procura agli ex amministratori della Lanterna Azzurra, teatro della strage che l’8 dicembre 2018 ha strappato alla vita cinque adolescenti e una giovane mamma.
A processo c’erano finiti Carlantonio Capone, ex socio della Magic (società che gestiva il locale), Francesco Bartozzi, ex amministratore unico, Quinto e Marco Cecchini, rispettivamente ex socio e gestore di fatto del locale.
Le accuse
Per quanto riguarda le accuse, sono state contestate dopo la strage e l’avvio delle indagini da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona.
In sostanza, sarebbe mancata l’adeguata formazione per suggerire ai lavoratori come comportarsi in casi d’emergenza, come quello capitato l’8 dicembre del 2018, quando lo spray al peperoncino propagato dalla banda di rapinatori aveva caudato il fuggi fuggi scomposto degli avventori, tutti diretti versi l’uscita numero tre della discoteca, quella del crollo delle balaustre laterali. Ad ogni modo, dopo sei anni per le contravvenzioni è arrivata la prescrizioni. I quattro erano difesi dagli avvocati Riccardo Leonardi, Francesco Coli e Francesco Paolo Petrina.
Il capitolo
Tutti gli imputati, tranne Quinto Cecchini, sono già stati giudicati per la strage, nel filone aperto per le responsabilità amministrative. Bartozzi ha patteggiato 2 anni e 8 mesi di reclusione, Capone è stato condannato a 4 anni e 2 mesi in abbreviato. Marco Cecchini, sempre in abbreviato, ha subito una pena di 5 anni e un mese di arresto. L’altro Cecchini sta affrontando invece il dibattimento, assieme ad altri nove imputati, tra cui i componenti della Commissione di Vigilanza che aveva rilasciato al locale la licenza di pubblico spettacolo. La sentenza è attesa entro questo mese.
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