Corinaldo, nuova raffica di perquisizioni nei covi della banda dello spray

ANCONA Mentre i sette arrestati della banda dello spray chiedono di parlare direttamente con i pm che li accusano, senza l’intermediazione di altri magistrati a cui delegare...

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ANCONA Mentre i sette arrestati della banda dello spray chiedono di parlare direttamente con i pm che li accusano, senza l’intermediazione di altri magistrati a cui delegare interrogatori per rogatoria (potrebbe accadere già oggi al palazzo di giustizia di Ancona) i carabinieri del Reparto operativo di Ancona continuano a indagare e a cercare, ad esempio con le perquisizioni fatte negli ultimissimi giorni tra Castelfranco Emilia e Bomporto, località della Bassa Emiliana dove abitano tre degli arrestati.




Si è scoperto infatti, dopo le prime perquisizioni fatte venerdì della scorsa settimana, mentre venivano eseguite le ordinanze di custodia cautelare, che altri locali, tra appartamenti e depositi, erano nelle disponibilità degli indagati e dunque andavano controllati per cercare materiale utile alle indagini.



E ad Ancona aspettano da Modena, Ravenna e Genova - località dove sono state eseguite le misure cautelari - anche materiale già prelevato agli indagati al momento dell’arresto, soprattutto telefonini e altri dispositivi informatici che verranno sottoposti ad accertamenti tecnici.
 
Del resto nelle 174 pagine dell’ordinanza firmata dal gip Carlo Cimini ci sono numerosi spunti investigativi aperti: oltre ai fatti di Corinaldo - che valgono ai sei della banda anche l’accusa di omicidio preterintenzionale plurimo - e agli undici colpi nelle discoteche contestati nell’ordinanza,vengono elencati altre 77 trasferte (ricostruite dagli spostamenti dei loro telefonini) in diverse regioni del Centro Nord, cinque nelle Marche, su cui si sta ancora indagando. Episodi a cui hanno partecipato, oltre ai sei arrestati, altri cinque presunti rapinatori, tra cui due ragazze. Indagato anche un altro presunto ricettatore, oltre al titolare del Compro Oro di Castelfranco Emilia ritenuto organico all’organizzazione per delinquere finalizzata alle rapine di cui si parla nell’ordinanza. 
Interrogatori ad Ancona?

Intanto presto, forse già oggi, gli interrogatori si potrebbero spostare ad Ancona. Lo ha chiesto ad esempio l’avvocato Gianluca Scalera, che difende Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada, i tre presunti componenti di una delle due batterie scese da Modena a Corinaldo nella tragica notte tra il 7 e l’8 dicembre. I suoi assistiti, negli interrogatori di garanzia dei giorni scorsi, hanno preferito limitarsi a dichiarazioni spontanee in cui hanno cercato di smarcarsi dall’altro gruppo, formato da Ugo Di Puorto (il giovane che ha premuto la bomboletta spray), Raffaele Mormone, Badr Amouiyah e dal loro ricettatore di fiducia, Andrea Balugani, detto il “nonno”. Ma anche i componenti di questa seconda batteria sembrano intenzionati a difendersi parlando direttamente con i pm anconetani che hanno chiesto e ottenuto per loro la misura cautelare in carcere.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico