CHIARAVALLE - Quando aveva imbracciato il fucile per ferire a morte suo figlio, il 91enne Mario Rosati era capace di intendere e di volere? E ancora: è in grado di...
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Sono i quesiti che ieri mattina, nell’ambito dell’udienza preliminare, il gup Francesca De Palma ha rivolto allo psichiatra Luciano Secchiaroli, incaricato di stilare una perizia sull’anziano che lo scorso 5 giugno aveva puntato una doppietta contro il figlio Renato, colpendolo all’avambraccio sinistro e all’addome. All’origine dei colpi ci sarebbero stati vecchi rancori e motivi di natura economica legati all’assegno di mantenimento all’ex moglie e al possibile pignoramento della pensione. Il 91enne è ricoverato nella Clinica psichiatrica di Torrette, dopo un breve periodo passato a Montacuto a seguito dell’arresto dei carabinieri il giorno stesso degli spari avvenuti in via Marconi, in un vialetto adiacente alla sua abitazione e a quella del figlio.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Davide Toccaceli, ha chiesto per l’anziano il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. L’istanza è stata accolta dal giudice, ieri c’è stato il conferimento dell’incarico. Le operazioni peritali inizieranno il 10 gennaio 2019 e lo specialista avrà 30 giorni di tempo per compilare una relazione sullo status mentale dell’anziano e giudicare la presenza di un vizio di mente e la sua capacità di intendere gli atti del giudizio. Una prima diagnosi è stata già proposta dal reparto dove è ricoverato il 91enne e avrebbe ravvisato segnali tipici della demenza senile. In udienza era presente il figlio Renato, 66 anni. Si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Anna Maria Repice. Il giorno degli spari, era in auto con la moglie.
All’improvviso, la coppia si era trovata davanti l’anziano con un fucile puntato contro il parabrezza. Erano stati esplosi dei colpi contro Renato, attutiti dal vetro dell’auto e dal montante del volante. Una pallottola aveva ferito il 66enne all’avambraccio, un’altra all’addome, ma non in maniera grave. L’anziano era finito a Montacuto. «Volevo uccidere per non dare più i soldi», aveva detto l’anziano in sede di interrogatorio, di fronte al pm Irene Bilotta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico