BELVEDERE OSTRENSE - Partenopeo d’origine ma belvederese d’adozione, lo chef non vedente Antonio Ciotola, titolare del ristorante La Taverna degli Archi, è uno...
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L’incidente della notte di San Silvestro del 2005 - quando durante i festeggiamenti di Capodanno nell’esplosione di una scatola di botti venne raggiunto agli occhi restando cieco - non ha fermato la sua voglia di vivere. E grazie all’amore della moglie Manola Mariani ha continuato a lavorare e collezionare successi tali da farlo affermare tra i migliori 50 chef al mondo (lo dice il più famoso contest internazionale di cuochi, il “World’s 50° Best 2014). E se lui conosce così bene le ricette e la cucina da preparare i suoi piatti a....occhi chiusi, la stessa esperienza ha voluto far provare ai commensali di Acqualagna che hanno cenato bendati.
«E’ una grande soddisfazione per un cuoco come me essere sul palco e partecipare a questo evento - ci racconta Antonio Ciotola – approfittando della disponibilità dei partecipanti alla cena che si sono fatti bendare. Un modo per farli vivere l’immenso mondo del buio, in una riflessione tra emozione e pensiero, credo che abbiano vissuto sensazioni uniche».
Ciotola ha voluto far provare ai suoi commensali l’esperienza sensoriale di gustare il cibo attraverso i sensi ed escludendo la vista. Quanto alla festa del palato, beh ad Acqualagna c’è stato di che godere. «Ho proposto un connubio tra Marche e Campania – continua lo chef – il Casatiello napoletano con pizza di formaggio al tartufo ha sposato una tartara di salsiccia al tartufo, ho sfilettato un rombo chiodato facendone una scaloppina di rombo al tartufo bianco di Acqualagna con una brunoise di verdure accompagnate da un gateau di patata al tartufo. In cucina si avvicendano emozioni su emozioni. Faccio tutto con passione, amore e fantasia, gli ingredienti che non debbono mai mancare in cucina». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico