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CHIARAVALLE - L’amore. Quello vero, indissolubile, eterno. Lamberto Pandolfi, il maestro di migliaia di chiaravallesi, se n’è andato ieri notte, seguendo Carla, la donna della sua vita, morta una settimana fa. Carla Toccaceli era stata ricoverata a Torrette perché, dopo quasi 10 anni di sofferenza, non c’era più nulla da fare. Per il maestro era una ragione di vita tanto che il giorno di fine dicembre in cui fu portata a Torrette, Lamberto Pandolfi si è come lasciato andare.
Lui, sempre lucido, presente e attivo, a 94 anni ancora in grado di guidare la Punto e ricordare nei dettagli la storia della città, era diventato improvvisamente immobile e muto.
A Chiaravalle è stato in cattedra dal 1958 al 31 agosto 1990 con altri maestri impressi nella memoria di tutti: Giorgio Ricci, Sabatino, Tigano, Latini, Solustri, Caverni, Rocchetti, Gili, Di Carlo. Pandolfi viveva per i suoi alunni, per la moglie, nota per la sua dolcezza e le sue belle poesie, per il figlio Luca e per Alessio, il nipote. Pandolfi è stato anche uno dei “ragazzi di Don Leone”. Era uno dei protagonisti del teatro, delle recite, dell’oratorio pensato e vissuto da don Leone Ricci, un sacerdote che ha lasciato un segno indelebile a Chiaravalle. Lamberto ricordava tutto nitidamente ed era ancora rivolto al futuro. Tutto questo fino a pochi giorni fa. Poi se n’è andata Carla, la donna della sua vita e il Maestro ha voluto seguirla e ha salutato tutti senza neppure un cenno della mano, ma con l’amore che ha sempre saputo donare.
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Corriere Adriatico