CHIARAVALLE - Quando le guardie zoofile erano entrate nella tenuta avevano trovato più di venti cani stipati in cucce improvvisate, maleodoranti e tenute in mezzo al fango....
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La fame li aveva portati a mangiare la pelle dei loro simili. È il quadro delineato in tribunale giovedì pomeriggio da una delle guardie zoofile che nel 2014 aveva eseguito il sequestro di una struttura privata di Chiaravalle e dei 22 cani di varie razze ospitati al suo interno. Il proprietario della tenuta, un 65enne che avrebbe dovuto accudire i quattro zampe, è finito sul banco degli imputati con l’accusa di maltrattamenti su animali.
Nel procedimento si è costituita parte civile, tramite l’avvocato Tommaso Rossi, l’associazione Legambiente Marche. In udienza, davanti al giudice Francesca De Palma hanno sfilato i tre testimoni dell’accusa: oltre alla guardia, hanno deposto due veterinari. Uno di loro, un dipendente dell’Asur di Jesi, ha avuto il compito di medicare parte dei cani sequestrati al 65enne. È stato proprio il medico ad esibire durante il dibattimento una serie di foto che hanno mostrato la differenza tra lo stato di salute dei cani appena prima del sequestro e dopo le cure a cui erano stati sottoposti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico