Domani l’addio a Niki, il gigante buono morto nel sonno a 16 anni

Nikita Panfoli
CASTELPLANIO  - Domani l’ultimo saluto a Nikita Panfoli, il 16enne morto nel sonno venerdì nella sua abitazione a Stazione di Castelbellino. Ieri...

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CASTELPLANIO  - Domani l’ultimo saluto a Nikita Panfoli, il 16enne morto nel sonno venerdì nella sua abitazione a Stazione di Castelbellino. Ieri all’istituto di medicina legale di Torrette si è svolta l’autopsia per chiarire i contorni di questo decesso inaccettabile per un ragazzo forte e robusto con lui, pilone e giocatore di punta della Jesi Rugby under 16 e under 18.


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I genitori Roberto ed Helenia avrebbero voluto una commemorazione laica al campo da rugby “Carlo Quaresima” di via Mazzangrugno, quel campo dove il loro Niki aveva scorrazzato tante volte fin da bambino, con canzoni, poesie, pensieri e ricordi degli amici. Non una cerimonia religiosa, anche per le disposizioni del Prefetto per motivi di sicurezza. Sarà allestita solo una camera ardente già da oggi pomeriggio alle 15 presso la Casa del Commiato di Bondoni (via dell’Industria a Castelplanio). Il trasferimento del feretro sarà effettuato domani alle 16 direttamente al cimitero di Moie. Le onoranze funebri mettono a disposizione abitualmente il messaggio di cordoglio online, così anche a distanza si potrà manifestare la propria vicinanza ai familiari.


Per rispettare sempre «il carattere incredibile di Niki», come lo ricordano amorevolmente i genitori, l’idea era quella di intervallare la commemorazione tra omaggi, testimonianze, canzoni, poesie. «L’unica cosa che ci interessa è salutare insieme quel piccolo grande guerriero dal cuore immenso che era Nikita. Il Prefetto, pur comprendendo il nostro immenso dolore, a malincuore non può dare il permesso. Apparentemente sembra che non riusciamo neanche a salutare Nikita come vorremmo, ma appena questo incubo passerà - scrive il babbo Roberto - saluteremo Nikita nel migliore dei modi e sarà ancora più bello e potrete venire tutti, non dovremo più preoccuparci di baciarci e abbracciarci perché questa era una cosa che Nikita faceva con tutti e che vorrebbe anche per noi».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico