Riccardo, 26 anni, consulente assicurativo, si scontra in moto contro una mietitrebbia e muore mentre va al lavoro. Il dolore di famiglia e fidanzata

CASTELFIDARDO - Il casco vicino al marciapiede, la moto in mezzo alla carreggiata, il suo corpo esanime ai piedi della ruota anteriore sinistra di una grande mietitrebbia. E tutto...

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CASTELFIDARDO - Il casco vicino al marciapiede, la moto in mezzo alla carreggiata, il suo corpo esanime ai piedi della ruota anteriore sinistra di una grande mietitrebbia. E tutto attorno lo sconcerto, il silenzio del terrore squarciato poco dopo dalle urla dei primi soccorritori e poi da quelle di dolore e disperazione dei genitori, del fratello, della fidanzata. Castelfidardo sotto choc da ieri per la morte improvvisa di Riccardo Menghini, appena 26 anni. 

 


Vittima di un terribile incidente stradale avvenuto verso le 12.45 in via XXV Aprile, la strada in rettilineo che passa davanti l’ex ospedale cittadino. Stava andando al lavoro Riccardo, nell’agenzia assicurativa dove era consulente, a Porto Recanati, ma a neanche 300 metri da casa si è incontrato con un destino fatale. In sella alla sua amata moto, una Yamaha blu di grossa cilindrata, si è scontrato con la mietitrebbia che saliva in direzione opposta, verso le Fornaci. 


La dinamica non è ancora del tutto chiara. La Polizia locale di Castelfidardo che ha svolto i rilievi la sta approfondendo in queste ore anche tramite alcune testimonianze. Pare che il motociclista, scendendo dall’incrocio delle Fornaci, fosse incolonnato dietro ad altre auto e abbia perso il controllo della Yamaha ripartendo sul dosso per l’attraversamento pedonale rialzato, realizzato proprio davanti l’ex ospedale. Dosso sul quale si sono notate ben visibili le strisciate nere degli pneumatici della moto. La sbandata ha finito per portare il 26enne addosso alla mietitrebbia che sopraggiungeva proprio in quel momento e che era preceduta regolarmente dall’auto segnaletica che, con bandierina arancione, avvisava dell’arrivo di un mezzo eccezionale che rischia di ingombrare anche parte della carreggiata opposta.

L’autista del mezzo agricolo non avrebbe potuto far nulla per evitare l’impatto ed è stato il primo a chiamare i soccorsi. Il 118 ha inviato l’automedica dell’ospedale di Osimo e i volontari della Croce Verde, che ha la sede proprio di fronte al luogo dell’incidente. Hanno provato per diversi minuti a rianimare il 26enne già privo di sensi e, vista la gravità della situazione, si è alzata anche l’eliambulanza da Torrette, che però ha dovuto far rientro vuota, perché per Riccardo non c’era stato più nulla da fare. 


Strazianti le scene che sono seguite, con l’autista della mietitrebbia che non si dava pace per l’accaduto. Poi l’arrivo dei genitori del 26enne, del fratello minore e della fidanzata, tra urla di disperazione e abbracci consolatori. Tante le persone accorse, perché Riccardo abitava con i genitori Leonardo e Paola e il fratello Diego nella casa di famiglia in via Bramante, poco distante dall’ex ospedale, scendendo dalle Fornaci in direzione Crocette. La strada è stata chiusa al traffico dai carabinieri di Castelfidardo per oltre tre ore e la salma, appena arrivato l’ok dalla Procura, è stata recuperata dalle onoranze funebri Virgini che l’ha trasportata all’ospedale di Torrette dove ora è a disposizione delle autorità giudiziaria. La Polizia locale dovrà accertare che la circolazione della mietitrebbia fosse regolare, come prescritto dal Codice della strada, e se ci sono gli estremi per l’omicidio stradale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico