Uccisa a 25 anni da un'infezione rara, la Vallesina in lacrime per Jessica: addio alla maitre con il sorriso

Jessica Manoni aveva 25 anni
CASTELBELLINO - Jessica se n’è andata troppo presto, nel fiore dei suoi anni, senza un perché. E alle lacrime si mischiano le tante domande, rimaste ancora...

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CASTELBELLINO - Jessica se n’è andata troppo presto, nel fiore dei suoi anni, senza un perché. E alle lacrime si mischiano le tante domande, rimaste ancora senza una risposta. Quarantacinque giorni di terapia intensiva all’ospedale regionale di Torrette e nessuna diagnosi che possa dare alla sua famiglia una misera consolazione. Tutta la comunità di Castelbellino è sotto choc per la prematura scomparsa di Jessica Manoni, volata in cielo a soli 25 anni. 

 
Maitre in un ristorante, una ragazza brillante e dinamica, uno scricciolo che amava tanto il suo lavoro e la sua famiglia. Si è spenta nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Torrette dove era ricoverata dal 20 settembre, dopo che una febbre sconosciuta ha minato la sua salute. Scongiurato lo spettro del Covid-19, che Jessica aveva contrastato con due dosi di vaccino, tuttavia quella febbre subdola ha continuato a perseguitarla- Un’infezione micidiale, di cui i medici stessi non sono riusciti a trovare l’origine, ma che l’ha portata inesorabilmente alla morte. La Direzione sanitaria ha richiesto un’autopsia clinica, necessaria a individuare le cause del decesso. Forse a strappare Jessica all’amore della sua famiglia può essere stato un batterio, o l’ombra di una malattia genetica rara non individuata. Martedì, il suo cuore ha smesso di lottare. Alla conclusione dell’esame anatomopatologico, la salma è stata restituita ai genitori. La camera ardente è stata allestita ieri presso l’obitorio di Torrette, già questa mattina il feretro è stato condotto alla casa del Commiato di Anibaldi-Pandolfi in via Clementina a Moie. Domani alle ore 10 nella chiesa di San Marco Evangelista di Castelbellino, saranno celebrati i funerali. In lacrime la mamma Cristiana con Leonardo, il babbo Gian Marco, la sorella Federica, gli zii, la nonna e tutto lo staff del ristorante “La Collina dei Cavalieri” dove Jessica lavorava da cinque anni come maitre. «Era piccola piccola ma incredibilmente forte - racconta commossa Luana Rocchi, titolare de “La Collina dei Cavalieri” di Belvedere Ostrense - uno scricciolo, ma un punto di riferimento per noi tutti. Era tranquilla, brava e molto responsabile nonostante la giovane età. Era sempre disponibile, anche se a volte la chiamavo all’ultimo momento, non lasciava nei guai nessuno. Mi dava grande sostegno. E adesso che non c’è più, senza un perché, sono addolorata. Me la vedo dappertutto, in cucina, in sala… Eravamo la sua seconda famiglia». 


Già da qualche giorno Jessica, prima che scoprisse di star male seriamente, non andava al ristorante, era debole. «L’ultimo messaggio di Jessica, quello in cui si scusava perché doveva venire al mio matrimonio, il 18 settembre, ma mi disse che aveva la febbre e non sarebbe venuta - dice ancora Luana Rocchi - ero dispiaciuta, ma non avrei mai potuto immaginare una cosa tanto grave. Lunedì la mamma mi chiama e mi dice che l’avevano ricoverata interapia intensiva. Ho avuto fino all’ultimo la speranza che ne uscisse…».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico