Un altro morto all'Opera Pia Ceci: emergenza senza fine. Dramma nella casa di riposo: 79 ospiti su 96 hanno il virus

Un altro morto all'Opera Pia Ceci: emergenza senza fine. Dramma nella casa di riposo: 79 ospiti su 96 hanno il virus
CAMERANO  - Situazione sempre più drammatica all’Opera Pia Ceci di Camerano. L’altra notte si è registrato il quarto decesso: Fiorello Finaurini, 71...

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CAMERANO  - Situazione sempre più drammatica all’Opera Pia Ceci di Camerano. L’altra notte si è registrato il quarto decesso: Fiorello Finaurini, 71 anni, originario di Sirolo, da diversi anni al Ceci con alcuni problemi di salute, si è spento all’ospedale di Torrette, dove era stato ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni.

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È il terzo dei 4 ospiti della struttura cameranese che è venuto a mancare a causa del Covid nel giro di 15 giorni, dopo che il virus è entrato della struttura e si è rapidamente propagato nelle camere fra persone già estremamente fragili ed anziani, nonostante dall’inizio della pandemia siano state apportate rigide misure di sicurezza che avevano consentito al Ceci di rimanere Covid free per 11 mesi consecutivi. 


Attualmente la situazione generale è quasi un bollettino di guerra. Dei 96 ospiti rimasti, tolto appunto i 4 deceduti, 79 sono positivi al virus, di cui 14 ricoverati in ospedale, mentre i negativi sono 17. E su una cinquantina di operatori sanitari ne risultano a casa positivi in 14. Insomma, una situazione molto complicata, considerando anche che il personale è allo stremo, lavorando ininterrottamente da due settimane, senza turno di riposo. Tra l’altro oltre al coordinatore della Cooperativa Nuova Sair, che gestisce la struttura, è risultata positiva anche la responsabile regionale che era venuta in aiuto ai colleghi. La Cooperativa per coprire i turni, assieme agli infermieri inviati dall’Asur (quattro, suddivisi in due turni), ha anche fatto venire un infermiere da Roma, mentre la direzione del Ceci ha provveduto, seduta stante, vista l’estrema necessità, ad operare quattro assunzioni. 


«Siamo veramente in grande difficoltà- ribadisce il presidente della Fondazione Ceci, Massimo Piergiacomi-, in quanto il focolaio non è certamente spento, anzi sta progredendo a macchia d’olio. Martedì prossimo faremo nuovi tamponi per fare il punto della situazione, mentre da giovedì sono iniziate le prime somministrazioni di vaccini al personale ed ai pochi ospiti che sono ancora negativi, con la speranza che la situazione non precipiti». Il rammarico è, appunto, che la vaccinazione completa che era stata giù programmata come casa di riposo, non è stata effettuata prima che scoppiasse l’epidemia. 

 

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Corriere Adriatico