Aerdorica, ultima chiamata per poter evitare lo sciopero

Aerdorica, ultima chiamata per poter evitare lo sciopero
FALCONARA  - L’ipotesi di sciopero aleggia sul Sanzio. Domani, l’amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei, e i sindacati si incontreranno di nuovo...

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FALCONARA  - L’ipotesi di sciopero aleggia sul Sanzio. Domani, l’amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei, e i sindacati si incontreranno di nuovo davanti al prefetto per tentare una mediazione last minute che limiti i tagli al personale. Con molti lavoratori sul piede di guerra e l’amministrazione decisa a proseguire sul risparmio di 1,5 milioni attraverso 30 esuberi, turni spezzati e azzeramento degli straordinari, la convergenza tra le parti non sembra essere dietro l’angolo. In caso di mancato accordo, la procedura sindacale iniziata con lo stato di agitazione prevederebbe un primo sciopero della durata di quattro ore entro la fine dell’anno.


Mentre la società gestore del Sanzio cerca di restare a galla ed evitare il fallimento, su cui dovrà esprimersi il Tribunale di Ancona, una questione decisamente critica spunta dal suo passato e rischia di vedere la Regione, socio di maggioranza, unica responsabile per i circa 40 milioni di euro di debito accumulati negli anni. Com’è possibile? A cercare di far luce sulla vicenda, un’interrogazione di alcune settimane fa, in Consiglio regionale, del M5S, durante la quale l’assessore alle Infrastrutture, Anna Casini, è stata chiamata a rispondere circa l’attività di direzione e controllo esercitata dalla Regione nei confronti di Aerdorica, come si legge nello statuto. Un «regalino» dell’amministrazione Belluzzi, che ha iscritto la Regione nel registro delle imprese con questa funzione, esponendola al rischio di dover mettere di tasca propria i soldi. Nelle società di capitali, infatti, i creditori possono rivalersi solo sul patrimonio della società stessa, mentre in questo caso, proprio in virtù delle attività di direzione e coordinamento, sarebbe la Regione ad essere ritenuta responsabile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico