ARCEVIA - Il maestro Volfango Santinelli non c’è più. Se ne andato improvvisamente quasi in punta dei piedi nell’ospedale di Torrette l’altro...
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«Se ne va un altro educatore e maestro di vita – evidenzia il sindaco Andrea Bomprezzi - dopo la scomparsa di Bruna Betti. Volfango Santinelli, nato a Sassoferrato ma arceviese d’adozione, è stato per generazioni il Maestro elementare di Arcevia. Io ho avuto la fortuna di essere suo allievo e poi, da professore, di avere come alunna sua figlia Eloisa. Avevamo un bellissimo rapporto di stima e di amicizia, che si concretizzava in splendide chiacchierate, inframezzate da litigate che si chiudevano sempre a lieto fine, sulla situazione politica nazionale e locale. Nato e vissuto per la scuola, con una attenzione particolare all’aspetto didattico ed educativo, ha continuato a seguirla anche dopo il pensionamento, svolgendo il ruolo di direttore del Cad (Centro Audiovisivo Distrettuale). Innovatore e innovativo, da sempre attento alle nuove tecnologie, con uno sguardo positivo nei confronti delle scienze, Volfango con la sua professionalità ha garantito per decenni il supporto tecnologico e audiovisivo alle attività e alle progettazioni dell’Istituto comprensivo di Arcevia. Indispensabile per la realizzazione della scuola estiva di storia, nell’ultimo anno ci ha lasciato uno splendido documento visivo, proiettato a teatro durante la Festa dell’uva, che documentava la realizzazione dell’orto scolastico, premiato dalla Regione Marche, da parte della scuola primaria. Carattere spigoloso, mai accomodante, ma sempre in prima linea quando si trattava di dare una mano e contribuire a progetti scolastici e comunali in cui credeva. Non amava la ribalta ma voleva che fosse riconosciuta la qualità delle sue attività. Meticoloso e professionale, pretendeva lo stesso impegno e convinzione da chi collaborava con lui. Volfango ce lo ricorderemo attraverso la sua camminata lenta e pensosa, la sua intelligenza raffinata, la sua innata ironia e autoironia, tagliente e acuta, che lo rendeva unico. Un vero e proprio militante della scuola per cui aveva un attaccamento viscerale, indipendente per principio, mai l’ho visto fare qualcosa per interesse personale, ma solo per la crescita della collettività scolastica e civile. Un abbraccio commosso alla sua famiglia». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico