Arbitro albanese inseguito (da presidente e giocatori) e picchiato: condanne bis per 10 imputati

Arbitro albanese inseguito (da presidente e giocatori) e picchiato: condanne bis per 10 imputati
ANCONA Arbitro aggredito dopo aver convalidato un gol: condanna bis per giocatori e dirigenti che, all’epoca dei fatti, militavano nel Colle 2006. La Corte d’Appello...

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ANCONA Arbitro aggredito dopo aver convalidato un gol: condanna bis per giocatori e dirigenti che, all’epoca dei fatti, militavano nel Colle 2006. La Corte d’Appello ha confermato le pene inflitte dal giudice monocratico lo scorso novembre a dieci imputati.  Nello specifico: un anno di reclusione è stato inflitto a Giancarlo Mancini, all’epoca dei fatti presidente del Colle, 10 mesi al centrocampista Giuseppe Spina. Otto mesi all’accompagnatore Alberto Tomassoni e ad altri sette giocatori: Massimiliano Mancini, Michele e Lorenzo Boria, Massimo Di Rocco, Ciro D’Errico, Marco Frezzotti e Matteo Di Martino. La sospensione condizionale della pena è stata applicata a tutti. A vario titolo dovevano rispondere di lesioni personali e violenza privata.

La parte civile


Parte civile al processo, tramite l’avvocato Jacopo Saccomani, era l’arbitro albanese Eriseld Nazeraj della sezione di Fermo. Per le lesioni riportate, aveva subito la perforazione del timpano ed ecchimosi varie per una prognosi di dieci giorni. L’aggressione risale al pomeriggio del 26 novembre 2016. Allo stadio Sorrentino di Collemarino si stava giocando la partita di Prima Categoria tra Colle e Leonessa Montoro. Al ventesimo del secondo tempo la bagarre, dopo il gol del pareggio della squadra avversaria. Sarebbe stato un giocatore il primo a scagliarsi contro il direttore di gara, come raccontato in udienza: «Ha spinto la testa contro di me mi sono tagliato il labbro» aveva detto in aula il direttore di gara, ricordando di essere stato anche colpito nella mischia, nel frattempo esplosa in campo, all’orecchio, sul volto e a un fianco. «Da qua non esci, devi chiamare i tuoi genitori per venire via» gli sarebbe stato detto. E ancora: «Devi tornare in Albania». La situazione sarebbe peggiorata con la decisione dell’arbitro di sospendere la partita. Decisione che, stando all’accusa, avrebbe portato i giocatori a colpire il fischietto, impedendogli di abbandonare il terreno di gioco. Gli imputati erano difesi dai legali Andrea Natalini e Vittoria Sassi. Ora, rimane da giocare la carta della Corte di Cassazione.

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Corriere Adriatico