Nonnini raggirati e derubati in casa, stangata a 4 rom: condannati a 44 anni di carcere

Venti blitz in tutta la regione, soldi e gioielli per 200mila euro. Si presentavano come operatori dei rifiuti

Nonnini raggirati e derubati in casa, stangata a 4 rom: condannati a 44 anni di carcere
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ANCONA Condanne complessive per 44 anni e 6 mesi di carcere. È la maxi stangata inflitta ieri mattina dal collegio penale a un quartetto di origine rom, accusato di aver commesso almeno venti blitz furtivi in casa di anziani nel periodo compreso tra maggio e agosto 2018. Valore totale dei bottini arraffati: circa 200mila euro, mietendo vittime in quasi tutte le province marchigiane (7 solo nel capoluogo dorico) e anche fuori regione. Il gruppetto, formato da tre donne e un uomo era stato arrestato nel febbraio del 2019 dai carabinieri della stazione di Numana, all’epoca diretta dal comandante Alfredo Russo. 

 

 
La denuncia
Le indagini, coordinate dal pm Daniele Paci, avevano preso avvio proprio dalla cittadina del Conero, dopo la denuncia sporta da un anziano a cui erano stati portati via monili in oro, gioielli e contanti per un valore di circa 24mila euro. Gli imputati dovevano rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei furti. L’assoluzione è arrivata solo per un capo d’imputazione, relativo a un blitz verificatosi in Emilia Romagna. Nello specifico, 12 anni e 9 mesi sono stati riconosciuti a Clelia Spinelli e a Marilena Di Giorgio; 9 anni e 6 mesi a Sebastian Ariel Lencina e a Daiana Guarnieri. Gli imputati, liberi da misure cautelari, hanno età compresa tra i 31 e i 54 anni. Stando a quanto ricostruito dai militari sulla base delle denunce sporte, il gruppo agiva sempre seguendo lo stesso piano: entravano in due in casa delle vittime spacciandosi per operatrici comunali addette al controllo della raccolta differenziata. 


I raid 


Sempre secondo quanto emerso, mentre la coppia intratteneva il padrone o la padrona di casa, una terza persona entrava e si infilava in camera da letto, mettendo le mani sui preziosi. Solitamente, il “palo” veniva impersonato dall’unico uomo presente all’interno del gruppetto, riconosciuto dalle vittime per un particolare: la vitiligine sulle mani. Vari testimoni si sono succeduti in aula. A parlare in udienza anche l’anziano di Numana derubato in casa il 20 giugno del 2018. È dalla sua denuncia che erano partite le indagini. «Hanno suonato il campanello due ragazze dicendo di essere lì per verificare lo smaltimento dei rifiuti – aveva raccontato -. Poco dopo, sono arrivate altre due persone, tra cui un uomo che portava un cappello di paglia. Io e mia moglie ci siamo accorti del furto mezz’ora dopo che i quattro se ne erano andati. Si sono portati via circa 24mila euro, tra orologi, bracciali e anelli. Hanno rubato anche l’orologio di mio fratello morto in Africa». 

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Corriere Adriatico