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ANCONA - «È colpa mia, era solo un divertimento stupido». Così si era giustificato il giovane che a fine febbraio era stato sorpreso con la bomboletta in mano a imbrattare il porticato del parcheggio di Vallemiano. Provvidenziale era stata la telefonata di un residente che aveva notato un gruppo di ragazzi, a notte fonda, intenti a ricoprire i piloni del cavalcavia con frasi senza senso, sgorbi e pure insulti alla polizia. All’arrivo delle Volanti era ancora fresca la vernice sul cemento. I giovani non hanno nemmeno tentato la fuga. Il 23enne ha ammesso subito le proprie responsabilità, scagionando gli amici. «Sono stato io, loro non c’entrano niente», ha detto. E per giustificarsi, ha aggiunto che era solo uno stupido gioco. Che però gli è costato caro. È stato denunciato, infatti, per deturpamento e imbrattamento di edifici pubblici, un reato che, se commesso su beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati, viene punito dal codice penale con la reclusione da uno a sei mesi o con una multa da 300 a 1000 euro. Oltretutto, è un reato per il quale si procede d’ufficio, senza bisogno di una querela di parte. In caso di condanna, il giudice, in sede civile, può anche obbligare il colpevole a risarcire il danno per l’importo necessario a cancellare i graffiti realizzati. Il 23enne anconetano, oltre a vergare insulti alla polizia, aveva anche realizzato scritte contro le donne e altre inneggianti a Tony Tiong, il nuovo proprietario dell’Ancona, messaggi che hanno tradito la fede calcistica del giovane writer, tifoso biancorosso.
Corriere Adriatico