ANCONA - Minacce ai debitori per farsi restituire da entrambi prestiti a tassi usurari fino al 150% nel 2016, costano care ad una coppia di anconetani, processati per le...
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Per usura ed estorsione il Gup Paola Moscaroli ha condannato con il rito abbreviato due anconetani, marito e moglie: 4 anni e 8 mesi di reclusione la condanna inflitta a Fiorindo Di Rocco, 32 anni, e 3 anni e 6 mesi alla moglie e complice Iasmina Achim, 29 anni. Nell'ottobre scorso, dopo indagini coordinate dal pm Rosario Lioniello, i due erano stati messi agli arresti domiciliari dai carabinieri (ora sono liberi) dopo essere stati colti in flagranza mentre incassavano negli uffici comunali di Ancona l'ennesima rata maggiorata della vittima di usura. Per un prestito iniziale di 400 euro, i due presunti usurai, difesi dagli avvocati Silvia Pennucci e Francesco Linguiti, avevano preteso 5mila euro in due anni dalla dipendente comunale, divorziata, madre di famiglia e in forti difficoltà economiche. Nella rete dei due era finito anche un carrozziere che aveva dovuto pagare circa 20 mila euro per rimborsare un prestito iniziale di 2.500 euro. L'uomo, che aveva anche tentato il suicidio per la disperazione, aveva poi denunciato il fatto ai carabinieri. La stessa segnalazione era venuta dalla dipendente comunale, che in seguito ha cambiato casa gli estorsori abitavano a poca distanza e anche lavoro. Gli imputati hanno sempre respinto le accuse. La difesa proporrà appello contro il verdetto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico