Geloso e violento, pedinava e picchiava la moglie: condannato a tre anni per i maltrattamenti

Il tribunale di Ancona
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ANCONA - Insulti, pedinamenti e botte. Sono le vessazioni denunciate nel corso del 2016 alla Squadra Mobile dorica da una 46enne residente a Castelfidardo che, per mesi, sarebbe stata nel mirino di quello che ormai è il suo ex marito. L’uomo, 50enne, è stato condannato ieri dal giudice Francesca Grassi a scontare tre anni di reclusione per lesioni personali e maltrattamenti in famiglia.

 

 

Alla vittima, parte civile con l’avvocato Annalisa Marinelli, andrà un risarcimento di 10mila euro. All’origine delle violenze contestate ci sarebbe stata una gelosia ossessiva provata dall’uomo nei confronti dell’ex coniuge e la paura che lei avesse iniziato una relazione extraconiugale. Ciò, secondo quanto emerso nel corso dell’udienza, lo avrebbe portato a compiere una serie di soprusi, fisici e morali. In un’occasione la donna era dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso – era l’aprile del 2016 – quando tra le mura domestiche lui le aveva stretto le mani al collo. La violenza era stata interrotta dall’arrivo della madre di lei: per difendere la figlia aveva colpito l’ex genero con una padella. Nel novembre del 2016 sull’asse nord-sud, stando alla procura, l’imputato si era messo all’inseguimento dell’auto della ex dopo averla intercettata. Avrebbe cercato, questa l’accusa, di affiancarla e tagliarle la strada, urlandole contro degli insulti. Oltre agli improperi, ci sarebbero anche state le minacce, recapitate direttamente a lei o sul cellulare di uno dei loro figli: «Se ti vedo con lui, prendo la pistola e vi ammazzo», «Se perdo il lavoro, lei perde la vita». L’imputato ha sempre rigettato le accuse mosse dalla procura e basate sulla denuncia della parte offesa. «Un ringraziamento – ha detto l’avvocato Marinelli – alla Squadra Mobile che è stata di grande sostegno. Nei momenti in cui la mia assistita si è trovata in situazioni di pericolo, gli agenti hanno saputo darle tutte le indicazioni per tutelarsi». 

 

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Corriere Adriatico